Lamelle (lamella): componenti fondamentali, a forma di lama, nell'imenoforo delle Agaricacee

Dal latino lamèlla = dimunutivo del latino làmina = lastra di esiguo spessore, lamina. Cioè, alla lettera: piccola lamina. 


 


Lamelle: componenti principali dell’imenoforo nelle Agaricacee. Sono strutture più o meno sottili la cui forma può ricordare la lama di un coltello; sulle loro facce si trova l’imenio. Collocate al di sotto del cappello, le lamelle sono disposte di solito radialmente tra il margine del cappello e il gambo.


 

Nella maggioranza delle specie le lamelle sono inframmezzate dalle lamellule che partono anch’esse dal margine pileico senza avere tuttavia la stessa lunghezza delle lamelle. In molte sezioni del Genere Russula  le lamellule sono assenti o molto scarse.

Alcuni Autori definiscono  lame  l’insieme complessivo delle lamelle e delle lamellule.

 

In una lamella, oltre alle facce, si possono distinguere 4 parti distinte: la parte anteriore (verso il margine del cappello), la parte posteriore o base (verso il gambo), il dorso (o parte interna; a contatto con la carne del cappello) e il filo (detto anche orlo o margine o tagliente o parte esterna; opposto al dorso). Vedere anche alla voce Faccia.

 

Non di rado tra le lamelle si individuano delle strutture trasversali più o meno in rilievo come delle venature o delle increspature che collegano tra di loro le lamelle stesse. In tal caso si parla di lamelle anastomizzate.

 

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Le lamelle si possono classificare in base a diverse caratteristiche morfologiche e/o strutturali:

 

1) In base alla loro densità nell'imenoforo abbiamo (in ordine di crescente densità): lamelle molto spaziate (o molto rade);

    spaziate (o rade); mediamente spaziate (o subrade); mediamente fitte; fitte; molto fitte; fittissime. Vedere alle voci

    relative.

2) In base al loro spessore: lamelle spesse, lamelle sottili (oltre agli innumerevoli casi intermedi). Vedere alle voci relative.

3) In base alla loro larghezza: lamelle larghe, lamelle strette (oltre agli innumerevoli casi intermedi). Vedere alle voci  relative.

4) In base alla loro inserzione (o non inserzione) sul gambo: vedere alla voce inserzione.

5) In base alla contiguità tra la loro carne e la carne del cappello: lamelle omogenee (o lamelle non separabili dal cappello)

   e lamelle eterogenee (o lamelle facilmente separabili dal cappello, o asportabili, o secedenti, ecc.). Vedere alle voci relative.

6) In base alla forma geometrica del loro profilo: lamelle arcuate (o concave), acute, attenuate, ottuse, bombate           

    (o convesse), ventricose, rettilinee, sinuose, acinaciformi, falciformi, ecc. Vedere alle voci relative.

7) In base alla loro disposizione nello spazio: lamelle ascendenti dal margine del cappello verso il gambo, lamelle

     discendenti, lamelle orizzontali (oltre agli innumerevoli casi intermedi).

8) In base ad una visione dal basso le lamelle possono presentarsi rettilinee o, viceversa, flessuose (o increspate o

     serpeggianti), oltre a tutti i casi intermedi.

9) In base alla colorazione assunta a causa della maturazione delle spore: lamelle a tinta unita, oppure lamelle marezzate

     (papillonacee).

 

 

Altra caratteristica interessante da rilevare è l’eventuale biforcazione che le lamelle possono presentare: in tal caso avremo delle lamelle forcate (o bifide) o anche delle lamelle dicotomiche se le biforcazioni si ripetono progressivamente.

 

Per ulteriori immagini si veda alla voce imenofori a lamelle.

 

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La colorazione delle lamelle può non essere costante nel tempo. Spesso dipende dalla loro colorazione iniziale (stadio del fungo immaturo) e dal colore della sporata che, depositandosi sulle lamelle stesse, le può tingere diversamente sovrapponendosi al colore iniziale.

 

 

 

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Per una corretta determinazione di alcune specie è spesso utile analizzare microscopicamente la lamella, studiandone in particolare la trama lamellare e controllando la presenza/assenza dei cistidi imeniali oltre che le loro caratteristiche morfologiche e chimiche: cheilocistidi (sul filo della lamella) e pleurocistidi (sulla faccia della lamella).

 

 

 

 

 

 

 

 

Lamelle (freccia sulla sinistra) e lamellule (frecce sulla destra) nell’imenoforo di una  Collybia fusipes  (Bull. : Fr.) Quélet; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 


 

 

Lamelle e lamellule di  Mycena sp.; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

La faccia di una lamella di  Anellaria semiovata  (Sowerby) A. Pearson & Dennis; con indicazioni delle sue parti. Foto di Tomaso Lezzi 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La colorazione delle lamelle può non essere costante nel tempo. Spesso dipende dalla loro colorazione iniziale (stadio del fungo immaturo) e dal colore della sporata che, depositandosi sulle lamelle stesse, le può tingere diversamente sovrapponendosi al colore iniziale.

Qui sotto un esempio.

Lamelle ancora bianche in una giovane    Inocybe geophylla    (Bull. : Fr.) P. Kumm.; foto di Pietro Curti  

 

 

 

 

Viceversa in un soggetto maturo le lamelle sono ocra, colorate dalle spore.

Nella ocrosporea    Inocybe geophylla; foto di Pietro Curti

 

 


 

Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.