Sarcosphaera: nome di Genere di funghi Ascomiceti. Famiglia Pezizaceae

Dal greco sàrx, sarcòs = carne; e dal latino sphaèra = sfera. Quindi, alla lettera: sfera carnosa.

 

In Micologia è nome del Genere  Sarcosphaera  Auersw.  (1869) che fa parte degli Ascomiceti. È inserito nella Famiglia Pezizaceae, Ordine Pezizales.

 

La sua specie tipo è  Sarcosphaera coronaria  (Jacq.) J. Schröt.

 

 

A grandi linee i funghi del  Genere Sarcosphaera  hanno le seguenti caratteristiche: sono apoteci simili a quelli del Genere Peziza; di medie dimensioni, carnosi, con carne spessa e di consistenza cartilaginea e ceracea. Di forma inizialmente globosa e più o meno chiusa, all'esordio semiipogeo; poi con lo sviluppo escono totalmente dal terreno e assumono forma cupulata, col bordo che si apre a forma di corona stellata a causa delle sue intagliature. Sono sessili, con imenoforo da biancastro a violetto. Superficie esterna bianco-grigiastra. Spore  lisce, ialine, biguttulate; aschi   amiloidi. Habitat  terricolo.

 

 

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Sarcosphaera coronaria  (Jacq.) J. Schröt., immatura, globosa e ancora "chiusa"; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

Giovani  Sarcosphaera coronaria; sulla destra esemplari sezionati, aperti artificialmente; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

Giovani  Sarcosphaera coronaria; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

 

Sarcosphaera coronaria; a maturità assume la forma "a coroncina stellata"; foto di Emilio Pini

 

 

 

 

 

 

 

Delle mature  Sarcosphaera coronaria; l'apotecio si sta aprendo a forma stellata; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

Aschi ottosporici, amiloidi; osservazioni in Melzer. In   Sarcosphaera coronaria; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

 

Spore ellissoidali, lisce, uniseriate, biguttulate. In   Sarcosphaera coronaria; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

 

A maturità: Sarcosphaera coronaria; foto di Luigi Minciarelli

 

 

 

 

 

 

 

 

Sarcosphaera coronaria; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

Termine Enciclopedia Ilusstrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.