Fungo: dicesi generalmente, ma impropriamente, dello sporofofo

Fungo: dal latino  fùngus, a sua volta dal greco  sphóggos  che può indicare sia la spugna che il fungo (nel senso dello sporoforo).

 

Alcuni testi di Micologia riportano anche la etimologia popolare latina (soprattutto nell’ambito dell’antica Roma) che vedrebbe  fùngus  derivare dal latino  fùnus = morte, e dal latino  àgo = io porto, io reco; quindi con l’accezione di "portatore di morte".

 

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Se raccogliamo un bel porcino diciamo che si è trovato un fungo ottimo dal punto di vista culinario. La parola fungo è, in tal caso, impiegata impropriamente perché con fungo (vero e proprio) si dovrebbe intendere tutto l’organismo di cui il porcino non è altro che una piccola porzione: cioè quella parte dell’organismo che porta a maturità le spore atte alla riproduzione.


 

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L’ “organismo fungo” nel suo complesso vive per lo più sotto terra (in genere a pochi centimetri dalla superficie) o dentro un altro substrato (legno, piante vive o morte, sterco, carcasse di animali, ecc.) ed è formato da un intreccio più o meno fitto di filamenti composti da particolari cellule (ife). Tali filamenti, nei periodi favorevoli, si riuniscono compattandosi tra di loro in vari modi dando forma a quelle “curiose strutture che spuntano dal substrato”, che tanto affascinano i micofili e che vengono chiamati (impropriamente e per brevità) funghi: il termine più corretto da attribuire a tali strutture portatrici di spore potrebbe essere sporoforo o qualche altro sinonimo.

 

 

Vedere anche alla voce Micelio.

 

 

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Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.