Cheilocistidi (Pag. 1): si dice dei cistidi che, in alcune specie, si possono trovare sul filo delle lamelle o sui dissepimenti dei tubuli

Cheilocistidi: dal greco  chèilos = labbro e dal termine cistidio.


Letteralmente “cistidi presenti sul labbro” inteso qui come filo della lamella o come bordo esterno dei tubuli.

 

Chiamati anche “cellule marginali”; sono dei cistidi che, in alcune specie, si possono trovare sul filo delle lamelle o sui dissepimenti dei tubuli.

Fanno parte, assieme ai pleurocistidi, dell'insieme dei cistidi imeniali; rispetto ai pleurocistidi hanno di solito la stessa morfologia, ma si presentano con dimensioni minori.

 

L’analisi dei cheilocistidi può rappresentare un aiuto complementare per una corretta determinazione, fugando dubbi tra specie macroscopicamente simili ma con caratteri microscopici differenti; ciò vale in particolare per le Agaricacee in cui si riscontrano spesso notevoli differenze strutturali nei cheilocistidi delle varie specie; nelle Boletacee tali differenze sono meno apprezzabili.

  

 

Per ulteriori illustrazioni vedere alle successive Pag. 2  e  Pag. 3.

 

 

 

 

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Presenza di cheilocistidi riscontrabile macroscopicamente: particolare delle lamelle dove si vede il filo denticolato e viola scuro (quasi nero) per i cheilocistidi riuniti a mazzetti.  Mycena pelianthina  (Fr. : Fr.) Quélet; foto e commento di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

Trama lamellare di   Conocybe brunneola   Kühner ex Kühner & Watling; foto di Marcello Boragine.

Le due frecce in alto a sinistra mostrano la trama centrale in cui sono riconoscibili due porzioni: mediostrato (freccia superiore) composto da un sottile cordone di ife cilindriche e parallele, e (freccia inferiore) la porzione di lamella composta da ife più o meno sferoidali che dal mediostrato arrivano al subimenio. Tale trama centrale è perciò detta “mista” in quanto composta da ife aventi diametro, forma e orientamento non omogenei. 

A destra e al centro della foto la freccia superiore indica il subimenio (“globulare”, perché in questo caso è composto da ife più o meno sferoidali) su cui poggia (freccia inferiore) l’imenio composto da basidi e pleurocistidi. 

L’ultima freccia in basso indica dei cheilocistidi lecitiformi nelle vicinanze del filo lamellare

 

 

 

Cheilocistidi subcilindrici, flessuosi emergono dal filo lamellare in  Tubaria furfuracea  (Pers. : Fr.) Gill.; foto di Marcello Boragine 

 

 

 

Filo lamellare scuro e discolore rispetto al colore più chiaro delle lamelle. Ciò è dovuto ai cheilocistidi scuri e riuniti a mazzetti sul filo che risulta sterile non portando basidi.  Entoloma serrulatum  (Pers.) Hesler; foto e commento di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

Cheilocistidi colorati di blu e riuniti a gruppi intervallati; contribuiscono a rendere il filo lamellare "serrulato".   Entoloma serrulatum.  

 Osservazione in L4 a 100×. Foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

 

Cheilocistidi colorati di blu e riuniti a gruppi intervallati; contribuiscono a rendere il filo lamellare "serrulato".   Entoloma serrulatum.

 Osservazione in L4 a 400×. Foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Cheilocistidi fusiformi emergono abbondantemente dal filo lamellare di  Strobilorus tenacellus  (Pers. : Fr.) Singer 

Tale specie è difficilmente separabile dai vicini S. esculentus e S. stephanocystis se non con l'ausilio della microscopia, in modo particolare se la crescita avviene in foreste di conifere di Pinus sp. associate a Picea excelsa.

Si potrebbe distinguere macroscopicamente per il gambo rigido, coriaceo, duro, per le dimensioni maggiori e per le caratteristiche organolettiche quali: sapore amarognolo, astringente e odore acidulo. S. stephanocystis, che condivide lo stesso areale di crescita, ha sapore insignificante, odore tipicamente fungino; S. esculentus cresce sotto Picea excelsa, è di consistenza tenera, emana un odore gradevole e ha sapore mite, dolciastro, gradevole.

Microscopicamente si ottiene la sicurezza determinativa in quanto S. tenacellus presenta cistidi imeniali sublageniformi, fusiformi, privi o muniti di rare cristallizzazioni; al contrario di S. esculentus che ha i cistidi imeniali con vistose cristallizzazioni all'apice e di S. stephanocystis che presenta cistidi imeniali utriformi e cristallizzazioni fini e abbondanti.

Foto e commento di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

 

 

Filo lamellare discolore in   Mycena sanguinolenta   (Alb. & Schwein. : Fr.) P. Kumm.; il filo si mostra rossastro o rosso scuro, anche in modo punteggiato e non uniforme, per la presenza di cheilocistidi di colore rosso scuro e riuniti a mazzetti. Foto di Alessandro Francolini

 

 

 


 

 

 

 


 

Cheilocistidio clavato, con cristalli all'apice in  Strobilurus stephanocystis  (Kühner & Romagn. ex Hora) Singer; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

Cheilocistidi globulosi sul filo lamellare di  Coprinus saccharinus  Romagn.; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

Cheilocistidio utriforme (freccia a destra) ben distinguibile da uno strato di basidi (freccia a sinistra) in  Inocybe umbratica  Quél.; foto di Angelo Mariani

 

 

 

 

Cheilocistidi subglobosi sul filo lamellare di  Coprinus domesticus  (Bolt. : Fr.) Gray; foto di Felice Di Palma

 

 

 

 

Cheilocistidi di forme variabili, verrucosi e diverticolati in  Mycena galericulata  (Scop. : Fr.) Gray; foto di Angelo Mariani

 

 

 

Cheilocistidi ampolliformi o subglobosi in  Coprinus angulatus  Peck; foto di Marcello Boragine

 

 

 

Cheilocistidi capitulati in  Galerina stylifera  (Atk.) Smith & Sing.; foto di Angelo Mariani

 

 

 

Cheilocistidi subcilindrici, flessuosi emergono dal filo lamellare in  Tubaria furfuracea  (Pers. : Fr.) Gill.; foto di Marcello Boragine

 

 


Cheilocistidi di varie forme: clavata, fusiforme e lageniforme sul filo lamellare di  Parasola plicatilis  (Curtis) Redhead, Vilgalys & Hopple [=  Coprinus plicatilis  (Curtis) Fr.]; foto di Marcello Boragine

 

 

 

Filo della lamella sterile con presenza di soli cheilocistidi in  Entoloma hirtipes  (Schum. : Fr.) Moser; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

Cheilocistidi fusiformi ventricosi, a parete un po' spessa con apice acuto in  Psathyrella pennata  (Fr.) Pers.& Dennis; foto di Angelo Mariani

 

 

 

Visione a 400x della sezione trasversale della lamella dalla parte del filo; sono visibili i cheilocistidi subglobosi, ellissoidali, ovoidi o largamente utriformi; e un pleurocistidio che può assumere le stesse forme dei cheilocistidi, ma è di dimensioni mediamente maggiori.
 
Coprinus domesticus  (Bolt. : Fr.) Gray; foto e commento di Felice Di Palma

 

 

 

Cheilocistidi di forme variabili, verrucosi e diverticolati in  Mycena galericulata  (Scop. : Fr.) Gray; foto di Angelo Mariani

 

 

 

Cheilocistidi tipicamente sferopunducolati o "a palloncino" in  Agaricus arvensis  Schaeff. : Fr.; foto di Felice Di Palma

 

 

 

Cheilocistidi muricati, a parete spessa e rifrangente in  Inocybe umbratica  Quél.; all’apice è evidente una coroncina di cristalli di ossalato di calcio.

Foto di Massimo Biraghi

 

 

 

Cheilocistidi fusiformi, muricati, a parete spessa e rifrangente in  Inocybe mixtilis  (Britz.) Saccardo; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

Cheilocistidi che emergono dal filo lamellare: irregolari, clavarioidi e alcuni diverticolati in  Collybia dryophila  (Bull. : Fr.) Kummer;

foto di Gianluigi Boerio

 

  

 

 

 

 

 

Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.