Mutinus: nome di Genere di funghi Basidiomiceti. Famiglia Phallaceae

Dal latino mùtinus = fallo maschile.

 

In Micologia è nome del Genere  Mutinus  Fr. (1849) che fa parte dei Basidiomiceti. È inserito nella Famiglia Phallaceae, Ordine Phallales.

 

La sua specie tipo è  Mutinus caninus  (Huds.) Fr.

 

A grandi linee i funghi del Genere  Mutinus  hanno le seguenti caratteristiche: si sviluppano da uno stadio di ovolo semiipogeo, di aspetto più o meno globoso o piriforme, sovente con cordoni miceliari ben sviluppati; all'interno dell'ovolo si trova, oltre all'abbozzo del futuro stipite, l'endoperidio consistente di una massa gelatinosa destinata a disperdersi durante il successivo sviluppo. In seguito, sotto la spinta dello stipite che si allunga, l'esoperidio si lacera e rimane depositato a terra sotto forma di volva.

 

A maturità i funghi del Genere Mutinus si presentano con lo stipite cilindrico e slanciato, relativamente lungo, di colore generalmente da biancastro a giallino chiaro a rosato a arancione più o meno acceso, tranne all'apice che funge da ricettacolo in quanto sarà all'apice che si sviluppa l'imenoforo consistente nella gleba generalmente verdastra; lo stipite quindi non presenta un "cappello" vero e proprio ma in alcune specie può mostrare un leggero ingrossamento glandiforme all'apice, mentre in altre specie termina in modo appuntito. In ogni caso l'apice è ricoperto di gleba (in cui si svilupperanno le spore) molliccia e più o meno maleodorante, per lo più verdastra. Lo stipite è di consistenza spugnosa e finemente alveolato-bucherellato.

 

Le mosche o altri insetti, attirati dall'odore (cattivo e/o nauseabondo a maturità) si depositeranno sulla gleba asportandola un po' per volta, contribuendo così alla dispersione delle spore, come avviene nelle altre Phallaceae; una volta asportata la gleba dall'apice si può notare la differenza di colore dell'apice stesso (solitamente da rosa a rosso a arancione) rispetto al resto dello stipite. Spore   ellittiche, lisce, inamiloidi, di colore giallastro o verdolino pallido.

 

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Mutinus elegans  (Montagne) E. Fisher; ben visibile la volva (residuo dell'ovolo iniziale) depositata alla base. Lo stipite è slanciato e, all'apice, più o meno glandiforme (a sinistra) e più o meno appuntito (a destra), finemente alveolato-bucherellato per i suoi tre quarti. L'apice è (esemplare di sinistra) ricoperto di gleba verdastra contenente le spore mature. Le mosche o altri insetti contribuiranno alla dispersione delle spore disseminando la gleba in habitat, nelle vicinanze. L'esemplare di destra mostra l'apice "nudo" in quanto gli insetti hanno asportato quasi completamente tutta la gleba.


Questa specie non è eccessivamente maleodorante e possiede uno stipite da bianco-rosato a rosa o arancione anche acceso; è pertanto distinguibile dal simile Mutinus caninus che ha odore ben più nauseante stipite biancastro e parte fertile (apice dello stipite) più differenziata dal resto dello stipite.

Foto di Franco Sotgiu

 

 

 

 

 

Mutinus caninus  (Huds. : Fr.) Fr.  alla fine del ciclo. Evidente il cordoncino miceliare, la volva, lo stipite alveolato-bucherellato e l'apice "nudo" senza più la gleba. Foto di Gianni Bonini

 

 

 

 

 

Mutinus caninus; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

Mutinus elegans; foto di Gianluigi Boerio

 

 

 

 

 

 

Mutinus elegans; si nota come la struttura dell'apice non sia (a prescindere dalla presenza della gleba) differenziata dal resto dello stipite; foto di Federico Calledda

 

 

 

 

 

 

 

Mutinus caninus; foto di Luigi Minciarelli

 

 

 

 

 

 

Primo piano sulla gleba verdastra di  Mutinus caninus; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

Mutinus elegans; foto di Giovanni Baruffa

 

 

 

 

 

 

Sezione di ovoli di  Mutinus elegans; foto di Giovanni Baruffa

 

 

 

 

 

 

Mutinus elegans; foto di Sergio Mombrini

 

 

 

 

 

 

 

Mutinus elegans; foto di Marco Barbanera

 

 

 

 

 

 

 

Mutinus elegans; foto di Roberto Cagnoli

 

 

 

 

 

 

 

Mutinus caninus; foto di Gianni Bonini

 

 

 

 

 

 

Termine Encuiclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.