Ricettacolo: struttura delle Phallaceae atta a portare all'esterno del peridio la gleba. Genericamente e' sinonimo di sporoforo o di imenoforo

Ricettacolo: dal latino receptàculum = ricovero, serbatoio, deposito, asilo.


 

In senso generico e con l’accezione di “organo-serbatoio per gli elementi fertili” può designare l’intero sporoforo o anche il solo imenoforo.


 

Ma è a proposito delle Phallales che tale termine trova il suo impiego più comune.

In tale Ordine il ricettacolo è quella particolare struttura che all’inizio è racchiusa in ovolo nei primordi per poi erompere vistosamente verso l’alto a maturità, dopo aver lacerato il peridio, al fine di portare all’esterno la gleba.

 


Le forme del ricettacolo, così come i suoi colori, sono diverse cambiando da Genere a Genere.

 

 

 

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Ricettacolo bianco (freccia in basso) “compresso” dentro all’ovolo di  Phallus impudicus  L. : Pers. (in sezione longitudinale);la freccia al centro indica la gleba verdastra che il ricettacolo ha il compito di portare all’esterno, dopo aver lacerato i vari strati del peridio (freccia in alto). Foto di Mauro Cittadini

 

 


 

 

Ovolo di  Phallus impudicus  in sezione longitudinale. Le frecce a sinistra, dall’alto in basso rispettivamente, indicano l’esoperidio (sottile, di colore da biancastro a ocraceo, sovente screpolato e areolato), il mesoperidio (spesso, gelatinoso e di colore ocraceo) e l’endoperidio (sottile, biancastro, collegato in basso all’esoperidio e in alto collegato alla struttura interna bianca e cava -ricettacolo- che si sta formando; tale parte superiore del ricettacolo, indicata con la freccia a destra, darà adito all’anellino bianco ben visibile all'apice del cappello negli esemplari maturi). Foto di Pietro Curti

 

 

 

 


 

Sezione trasversale (“equatoriale”) dell'ovolo di  Phallus impudicus; foto di Luigi Minciarelli. Indicati dalle frecce a sinistra vi sono i tre strati del peridio (dall’alto verso il basso: esoperidio, esterno e a contatto con l’ambiente; mesoperidio, gelatinoso e marroncino; endoperidio, interno e a contatto con la gleba verdastra in maturazione). Con le frecce a destra, dall’alto in basso, sono indicati: la gleba verdastra che porterà a maturazione le spore; il ricettacolo bianco che sviluppandosi in altezza lacererà il peridio portando all’esterno la gleba; la cavità interna del ricettacolo. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sezione trasversale (“equatoriale”) dell'ovolo di  Phallus impudicus; foto di Alessandro Francolini

 


 

 

 


 

Ricettacolo bianco, bucherellato e cavo all’interno in  Phallus impudicus; foto di Pietro Curti

 

 

 

 


 

Phallus impudicus A maturità il bianco ricettacolo (“eretto”) è riuscito a portare all’esterno il cappello coperto dalla gleba verde scuro; alla base lascia il peridio lacerato che forma la volva. Foto di Giovanni Baruffa.

 

 

 

 


 

Ormai a ciclo compiuto il ricettacolo mostra sia la sua consistenza spugnosa e traforata sia la totale cavità all'interno.

Phallus impudicus; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 


 

Il ricettacolo rossastro (ma coperto di gleba verde all'apice), nel suo sviluppo verso l’alto, lacera il peridio bianco che rimarrà alla base sotto forma di volva:  Mutinus elegans  (Montagne) Fischer. Foto di Federico Calledda


 

 

 


 

 

In  Mutinus caninus, a maturità, la gleba verdastra si spalma sulla parte superiore del lungo ricettacolo. Foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 


Gleba matura di colore verde-oliva in  Mutinus caninus; nell’esemplare in alto nella foto la gleba liquescente è ancora presente in abbondanza all’apice del ricettacolo; nell’esemplare al centro è stata quasi tutta asportata dalle mosche. Nell’esemplare in basso l’asportazione della gleba ha lasciato a nudo l’apice rosso-mattone del ricettacolo. Foto di Gianni Bonini.

 

 

 

 

 


 

Clathrus ruber  (Mich) ex Pers. : Pers.; sezione di un giovane ovolo in cui si vede al centro la massa mucillaginosa della gleba grigiastra ancora immatura (freccia in basso); tutto intorno il peridio (freccia in alto; costituito dall’endoperidio gelatinoso protetto all’esterno dalla sottile membrana dell’esoperidio); i bracci che in seguito costituiranno il ricettacolo a maglia per supporto alla gleba matura non si sono ancora formati.

Foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 


Rispetto alla foto precedente ora è possibile individuare anche i bracci del ricettacolo in via di formazione (di un colore arancio-rossiccio); la gleba, ora verdastra, rimane racchiusa al loro interno. Clathrus ruber; foto di Pietro Curti


 

 

 

 

 


 

Ancora ovoli di  Clathrus ruber

Nelle tre sezioni si individua ancora la gleba verdastra racchiusa dentro ai futuri bracci arancioni del ricettacolo, mentre nell’esemplare a cui è stato asportato lo strato gelatinoso (involucro che giace sulla destra) si vedono i bracci che sono già differenziati; foto di Pietro Curti

 

 

 

 


 

Esemplare maturo di  Clathrus ruber. Dentro alle maglie formate dai bracci rossastri del ricettacolo è presente ancora una discreta quantità di gleba verde scuro ormai liquescente e contenente le spore mature. Penseranno mosche e altri insetti a “ripulire” del tutto tali bracci dalla gleba, disperdendola così nell’ambiente circostante. Foto di Massimo Biraghi


 

 

 

 

 


 

Clathrus ruber. Accanto ai due ovoli si nota un esemplare vetusto con bracci del ricettacolo ben sviluppati: su tali bracci è rimasta ancora traccia della gleba ormai quasi del tutto asportata dagli insetti; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 


 

Particolare dei bracci rossi del ricettacolo di un maturo  Clathrus ruber; si nota ancora un poco di gleba mucillaginosa e verdastra a loro attaccata.

Foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 


 

Residui di gleba marroncina e liquescente sui bracci del ricettacolo di  Clathrus archeri  (Berk.) Dring; foto di Guido Sgherzi


 

 

 

 


 

Negli esemplari maturi di  Colus hirudinosus  Cavalier & Séchier la gleba, mucillaginosa e di colore verde scuro, si dispone nella parte superiore, sotto la calotta a maglie rosse del particolare ricettacolo. Foto di Federico Calledda

 

 

 

 

 

 

Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.