Arhizus: senza radici
Arhizus: dalla particella privativa greca a = senza; e dal greco rhíza = radice. Quindi, letteralmente: senza radice.
Con tale epiteto specifico viene denominato un curioso fungo dell’Ordine Sclerodermatales: il Pisolithus arhizus (Pers.) Rauschert; semiipogeo da giovane, per poi emergere decisamente dal terreno a maturità.
È considerata specie tipo del Genere Pisolithus e sembra sia l'unica specie di tale Genere reperibile in Italia.
Questo fungo fu illustrato nel 1697 dal botanico palermitano Paolo Boccone nella sua opera “Museo di piante rare”. Venne indicato con il nome “Catatùnfuli”: così infatti lo chiamavano le donne messinesi che lo impiegavano per tingere i panni grazie alla polvere sporale che può considerarsi un ottimo colorante; in effetti uno dei suoi sinonimi è Scleroderma tinctorium Pers., proprio per indicare le sue proprietà coloranti.
In letteratura viene riportato come commestibile purché giovane (e quindi ancora semiipogeo); è detto volgarmente “tartufo di Boemia” o “tartufo dei poveri”. Sembra che una volta cotto al sugo abbia sapore simile a quello del fegato di maiale...
Pisolithus arhizus (Pers.) Rauschert non ancora del tutto maturo: nella sezione si nota la gleba marmorizzata e formata da tante piccole cellette contenenti gli pseudoperidioli dentro cui matureranno le spore. Le cellette di colore chiaro o giallastro sono ancora immature, quelle di colore brunastro sono mature: tale sarà infatti il colore delle spore a maturità. Al taglio emana odore fungino con nota di odore cinarico di Scleroderma;
foto di Felice Di Palma
Pisolithus arhizus; in vari stadi di sviluppo; foto di Tomaso Lezzi
Un Pisolithus arhizus ormai maturo emerge dal terreno; la gleba è tutta dissolta in polvere sporale brunastra. Foto di Alessandro Francolini
Pisolithus arhizus a maturità; foto di Alessandro Francolini
Pisolithus arhizus che spunta dall’asfalto; foto di Mauro Cittadini
Pisolithus arhizus; foto di Felice Di Palma
Pisolithus arhizus; foto di Mauro Cittadini
Pisolithus arhizus; foto di Mauro Cittadini
Pisolithus arhizus; foto di Giovanni Solinas
Sezione di Pisolithus arhizus, con gli pseudoperidioli non ancora maturati; foto di Giovanni Solinas
Primo piano degli pseudoperidioli di Pisolithus arhizus; foto di Mauro Cittadini
Pisolithus arhizus a maturità; foto di Felice Di Palma
Pisolithus arhizus; foto di Sergio Mombrini
Le cellette con i pseudoperidioli in Pisolithus arhizus; foto di Tomaso Lezzi
Pisolithus arhizus; foto di Mauro Cittadini
Pisolithus arhizus; foto di Felice Di Palma
Pseudoperidioli di Pisolithus arhizus; foto di Mauro Cittadini
Pisolithus arhizus; foto di Giulio Martino
Pisolithus arhizus; foto di Giulio Martino
Pisolithus arhizus; foto di Tomaso Lezzi
Pisolithus arhizus; rinvenuto tra la ghiaia vulcanica di un'aiuola di cactus. Carpoforo rotondeggiante nella parte sopra il terreno, con pseudogambo ben interrato che gli fa assumere una forma di pera dopo l'estrazione. Presenza di evidenti rizomorfe giallastre alla base, ha una superficie peridiale liscia di colore tra il brunastro e il giallastro. La gleba è costituita da cellette color giallo vivo, arrotondate o poligonali contenenti le spore, contornate da pareti nerastre. Le stesse con il tempo divengono rosso-violacee, poi nerastre (come nella parte sommitale) ed infine polverulente di colore marrone. Odore gradevole, fungino. Foto e commento di Stefano Rocchi
Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.