Ovolo (primordio): si dice del giovane sporoforo qumdo assume una forma ovoidale. Tipico in alcune Amanita ma non solo
Ovolo: dal tardo latino òvulum, diminutivo del latino òvum = uovo.
In micologia è termine non scientifico e impiegato nel linguaggio quotidiano: può assumere diversi significati, fermo restando che descrive quegli sporofori che, allo stadio giovanile di primordio, assumono una forma più o meno ovoidale; tanto più somigliante ad un uovo tanto più il velo generale protettivo può ricordare il guscio di un uovo vero e proprio.
Viene, per esempio, chiamata “ovolo buono” l’Amanita caesarea, per distinguerla dall’ “ovolo malefico” (Amanita muscaria), anche se il pericolo ben più grave può derivare dalla confusione con l’ovolo di Amanita phalloides.
La legge vieta comunque la raccolta di Amanita allo stadio di “ovolo chiuso” cioè prima che il velo generale (il “guscio dell’ovolo”) venga lacerato: sia per cautelare lo sprovveduto raccoglitore da eventuali (tragici!) errori, sia per la salvaguardia delle specie fungine che, allo stadio di ovolo, non sono certo mature e non hanno ancora sporulato.
Come detto più sopra si intende genericamente con ovolo un primordio a forma ovoidale: esempi classici si trovano nel Genere Amanita, ma non mancano specie caratteristiche appartenenti ad altri Generi.
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Vedere anche alla voce Ovolo (nome popolare) e Ovolo malfico (nome popolare).
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In primo piano un ovolo tutto chiuso di Colus hirudinosus Cavalier & Séchier; dietro di lui esemplari maturi. Foto di Federico Calledda
Clathrus archeri (Berk.) Dring che vediamo già ben sviluppato, con l'ovolo biancastro a terra, aperto, che lo ha oroginato. Foto di Guido Sgherzi
Ovolo di Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; foto di Mauro Cittadini
Ovolo di Phallus impudicus L. : Pers.; foto di Alessandro Francolini
Ovolo di Phallus impudicus con le caratteristiche rizomorfe; foto di Maria Ligure
Ovolo sezionato in Phallus impudicus; foto di Mauro Cittadini
Dalla lacerazione del velo generale, sotto la spinta dell’ovolo che sta crescendo, si formerà la volva che rimarrà depositata alla base del gambo.
Amanita crocea (Quél.) Melzer; foto di Giovanni Baruffa
Nel suo sviluppo l'ovolo sta rompendo il velo generale; lascerà alla base del gambo una evidente volva.
Volvariella gloiocephala (De Cand. : Fr.) Boek. & End.; foto di Pietro Curti
Ovolo che sta cominciando a rompere il velo generale in Amanita ovoidea (Bull. : Fr.) Link. Foto di Tomaso Lezzi
Ovoli che cominciano a “schiudersi”, lacerando il "guscio" costituito dal velo generale.
Amanita cæsarea (Scop. : Fr.) Pers.; foto di Massimo Mantovani
A sinistra un ovolo cha ha appena fatto capolino, a destra un ovolo quasi del tutto schiuso e, al centro, il fungo che prende forma.
Amanita cæsarea; foto di Mauro Cittadini
Ovolo di Phallus impudicus in sezione longitudinale. Le frecce a sinistra, dall’alto in basso rispettivamente, indicano l’esoperidio (sottile, di colore da biancastro a ocraceo, spesso screpolato e areolato), il mesoperidio (spesso, gelatinoso e di colore ocraceo) e l’endoperidio (sottile, biancastro, collegato in basso all’esoperidio e in alto collegato alla struttura interna bianca e cava -ricettacolo- che si sta formando; tale parte superiore del ricettacolo, indicata con la freccia a destra, darà adito all’anellino bianco ben visibile all'apice del cappello negli esemplari maturi). Foto di Pietro Curti
Sezione trasversale (“equatoriale”) dell'ovolo di Phallus impudicus; foto di Luigi Minciarelli. Indicati dalle frecce a sinistra vi sono i tre strati del peridio (dall’alto verso il basso: esoperidio, esterno e a contatto con l’ambiente; mesoperidio, gelatinoso e marroncino; endoperidio, interno e a contatto con la gleba verdastra in maturazione). Con le frecce a destra, dall’alto in basso, sono indicati: la gleba verdastra che porterà a maturazione le spore; il ricettacolo bianco che sviluppandosi in altezza lacererà il peridio portando all’esterno la gleba; la cavità interna del ricettacolo.
Due ovoli di Clathrus ruber P. Micheli ex Pers. accanto a un esemplare già maturo e sviluppato; foto di Tomaso Lezzi
Dagli ovoli di Mutinus elegans (Montagne) E. Fischer si sviluppano particolari carpofori. Foto di Franco Sotgiu
Ovolo di Amanita submembranacea (Bon) Gröger; foto di Alessandro Francolini
Esemplare a media maturità a sinistra e ovolo a destra. Amanita umbrinolutea (Secr. ex Gillet) Bertill.; foto di Alessandro Francolini
Ovoli di Amanita phalloides; foto di Alesandro Francolini
Confronto tra la sezione di un ovolo di Amanita caesarea (a destra) e la sezione di un ovolo della mortale Amanita phalloides (a sinistra).
In sezione sono evidenti i bordi di colore arancione in Amanita caesarea mentre si presenta tutto bianco l’interno dell’ovolo di Amanita phalloides.
Anche i profili sono diversi: base attenuata e apice più largo (profilo detto obovato) in Amanita caesarea, base più larga e apice attenuato (profilo detto ovato) in Amanita phalloides.
Nonostante la possibilità di riconoscimento a partire già dall’ovolo, la legge e il buon senso vietano la raccolta e il consumo di ovoli chiusi di Amanita caesarea sia per ovvi motivi di sicurezza personale (l’errore può essere sempre in agguato, così come particolari condizioni ambientali possono alterare alcuni caratteri di riconoscimento), sia per permettere all’Amanita caesarea di concludere il proprio ciclo arrivando a produrre spore mature da diffondere in ambiente per la salvaguardia della specie.
Foto e commento di Alessandro Francolini
L'ovolo iniziale si è lacerato e rimangono le sue vestigia depositate sotto forma di volva alla base di
Mutinus caninus (Huds. : Fr.) Fr.; foto di Gianni Bonini
A fianco di due esemplari maturi vi sono due ovoli. Mutinus elegans; foto di Gianluigi Boerio
Ovolo chiuso di Clathrus ruber, con la sua caratteristica rizomorfa; foto di Alessandro Francolini
Il precedente ovolo sezionato; foto di Alessandro Francolini
Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.