Stephanocystis: con i cistidi coronati

Stephanocystis: con i cistidi coronati.

Dal greco stèfanos = ghirlanda, corona; e dal greco kýstis = ciste, vescica, sacchetto (qui nel senso micologico di cistidio).

 

In Micologia è epiteto specifico soltanto di  Strobilurus stephanocystis   (Kühner & Romagn. ex Hora) Singer  in riferimento ai suoi cistidi (in particolare ai cistidi imeniali) che si presentano utriformi, con apice allargato e ottuso e solitamente cosparso di una evidente "corona" di granulazioni di cristalli (cistidi muricati). Ciò permette di distinguere questa specie dalla sosia (anche per la fruttificazione nell'identico habitat, presso Pino) Strobilurus tenacellus che ha cistidi ventricosi o fusiformi e solitamente con assenza di cristallizzazioni.

 

Altre differenze tra le due specie possono essere: il sapore della carne (incostantemente amarognolo in  Strobilurus stephanocystis  e  più o meno insignificante in  Strobilurus tenacellus); l'orlo pileico con una leggera striatura per trasparenza in  Strobilurus tenacellus  mentre generalmente senza striatura si presenta quello di  Strobilurus stephanocystis. Tuttavia questi caratteri sono incostanti e pertanto occorre l'analisi microscopica per separare le due specie.

 

Anche Strobilurus esculentus (buon commestibile, nonostante le minuscole dimensioni) è specie sovrapponibile alle precedenti: tuttavia fruttifica presso Peccio (soprattutto sugli strobili di Peccio) e non presso Pino, e ha carne dolce.

 

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Strobilurus stephanocystis   (Kühner & Romagn. ex Hora) Singer.  Cresce copioso nei boschi di  Pinus nigra  (Pino nero) e  Pinus sylvestris  (Pino silvestre). L'amarescenza della carne è a volte forte ed immediata, ma in altri casi appena percepibile o quasi nulla. Solo attraverso l'analisi microscopica è possibile determinarlo e distinguerlo con sicurezza dal sosia  Strobilurus tenacellus, che condivide lo stesso habitat e periodo di crescita. Foto e commento di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

Strobilurus stephanocystis; foto di Gianluigi Boerio 

 

 

 

 

 

 

 Cheilocistidi utriformi  30-60 × 12-20 µm, con cristalli all'apice in   Strobilurus stephanocystis; foto e commento di Massimo Biraghi  

 

 

 

 

 

 

Pleurocistidi  simili ai cheilocistidi; e con apice abbondantemente cosparso di cristallizzazioni granulose, a guisa di "coroncina";

in  Strobilurus stephanocystis; foto di Massimo Biraghi 

 

 

 

 

 

 

 

Strobilurus stephanocystis; foto di Angelo Mariani 

 

 

 

 

 

 

 

 

Strobilurus stephanocystis; foto di Roberto Cagnoli 

 

 

 

 

 

 

 

 

Strobilurus stephanocystis; foto di Massimo Biraghi 

 

 

 

 

 

 

 

 

Strobilurus stephanocystis; foto di Roberto Cagnoli 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Strobilurus stephanocystis; foto di Angelo Mariani 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.