Deiscenza: modalita' con cui un corpo si apre spontaneamente per far fuoriuscire il suo contenuto
Deiscenza: dal latino dehìscens = che si apre.
Letteralmente è la modalità con cui un corpo si apre spontaneamente per far fuoriuscire il suo contenuto.
In Micologia indica soprattutto il meccanismo o la modalità con cui, a maturità, il peridio di un Gasteromicete si apre consentendo la fuoriuscita delle spore o dell’imenoforo. Tale apertura è biologicamente prevista e non dipende da forzature meccaniche esterne (con qualche eccezione come avviene, per esempio, nel Genere Bovista).
Si può chiamare deiscenza anche la lacerazione del velo (generale e/o parziale) nei comuni sporofori agaricoidi: tale lacerazione permette infatti di esporre all'aria l'imenoforo, ed è detta "deiscenza agaricoide". Alcuni Gasteromiceti muniti di cappello e gambo si contraddistinguono perché presentano una cosiddetta "deiscenza secozioide" (vedere, per le relative informazioni, alla voce secozioide).
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Si parla di deiscenza anche a proposito di molti Ascomiceti in riferimento all’apertura dell’asco per far fuoriuscire le spore.
Una parte degli Ascomiceti, viceversa, hanno aschi indeiscenti; ad esempio le specie del Genere Tuber.
La deiscenza è presente anche in molti Myxomycetes: è la fase in cui il peridio (che proteggeva il plasmodio) si lacera, con varie modalità, lasciando fuoriuscire le spore mature.
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Deiscenza tramite uno stoma "programmato" ad hoc. Geastrum Triplex Junghuhn; foto di Giovanni Solinas
La deiscenza in Lycoperdon perlatum Pers. : Pers. avverrà grazie agli stomi che si formeranno all’apice dei singoli sporofori (zone più scure).
Foto di Felice Di Palma
Deiscenza dovuta a un’apertura apicale indifferenziata e lacerata in Astraeus hygrometricus (Pers. : Pers.) Morgan. Foto di Mauro Cittadini
Esempio di deiscenza nei Myxomycetes: un capillizio calcareo molto evidente e ramificato mantiene il peridio ben aperto facilitando la fuoriuscita delle spore.
Badhamia utricularis (Bull.) Berk.; foto e commento di Giorgio Melzi
Fase di deiscenza in un altro Mixomicete, col peridio giallognolo che si sta lacerando e che fa apparire la polvere sporale scura al suo interno:
Physarum citrinum Schumach.; foto di Giorgio Melzi
Deiscenza sporale tramite i numerosi stomi che si presentano sull’endoperidio di Myriostoma coliforme (With. : Persoon) Corda; foto di Massimo Biraghi
Primo piano del peridio iridescente che si sta lacerando, dando inizio della deiscenza nel Myxomycetes
Physarum psittacinum Ditmar; foto di Giorgio Melzi
Inizio di deiscenza in Calvatia utriformis (Bull. : Pers.) Jaap; la deiscenza inizia con un’apertura irregolare all’apice del peridio. Il meccanismo si completerà con un ampio sfaldamento della parte superiore del peridio stesso che lascerà infine lo sporoforo aperto come una coppa sostenuta dalla subgleba. Le spore saranno disperse in ambiente dal vento. Foto di Felice Di Palma
Ecco come si presenta lo sporoforo dopo la dispersione delle spore: una coppa aperta in cui la gleba si è completamente “polverizzata” in spore e parti sterili, diffuse e disperse in ambiente dal vento. Calvatia utriformis; foto di Tomaso Lezzi
Deiscenza che avviene con lo stesso meccanismo descritto per la Calvatia utriformis.
Calvatia excipuliformis (Scop. : Pers.) Perdeck; foto di Alessandro Francolini
Deiscenza che avviene con lo stesso meccanismo descritto per la Calvatia utriformis.
Calvatia fragilis (Vittad.) Morgan; foto di Pietro Curti
In Scleroderma citrinum Persoon ex Persoon la deiscenza avviene tramite una o più aperture irregolari che si vengono formando sul peridio.
Foto di Mauro Cittadini
Deiscenza di Mutinus elegans (Montagne) Fischer. Il ricettacolo rossastro, nel suo sviluppo verso l’alto, lacera il peridio bianco che rimarrà alla base sotto forma di volva: così facendo viene esposta all’aria la gleba di colore verde scuro e matura (contenente le spore) che è spalmata all’apice del ricettacolo. Foto di Federico Calledda
Deiscenza in atto in Clathrus ruber P. Micheli ex Pers.; il ricettacolo arancione, espandendosi, inizia a lacerare il peridio all’apice. Se ne uscirà a forma di gabbia, con la gleba color verde-oliva all’interno dei bracci di tale gabbia. Foto di Pietro Curti
Fase di deiscenza terminata in Clathrus ruber; ora la gleba, pur rimanendo all’interno dei bracci arancioni a forma di gabbia, è esposta all’aria permettendo così agli insetti di posarvisi sopra e di diffonderla in ambiente con le spore mature. Foto di Giovanni Satta
Deiscenza in atto nell’esemplare più piccolo Phallus hadriani Vertenat : Persoon; il ricettacolo bianchiccio, nel suo sviluppo verso l’alto, ha lacerato il peridio che rimarrà alla base sotto forma di volva. Le spore mature sono così esposte all’aria, immerse nella gleba verde-oliva che ricopre gli alveoli del cappello. Foto di Massimo Mantovani.
Fasi della deiscenza in Mycenastrum corium (Guers.) Desv.; nell’esemplare in basso il peridio sta cominciando a lacerarsi; al suo fianco un esemplare in cui il peridio si sta aprendo a stella esponendo la gleba con le spore mature all’azione del vento. Gli altri esemplari mostrano la completa apertura del periodo con gran parte della gleba ricca di spore dispersa dal vento. Foto di Emilio Pini.
Nel Genere Cyathus si possono individuare due fasi distinte di deiscenza. In questa foto le fasi della prima deiscenza in Cyathus striatus (Huds. : Fr.) Willdenow. Freccia al centro a sinistra: l’esemplare è ancora completamente protetto dall’esoperidio (deiscenza non in atto). Freccia in basso a sinistra: la parte superiore dell’esoperidio si è dispersa lasciando a protezione della coppetta una membrana bianca, l’epifragma (inizia la prima deiscenza). Freccia in alto a sinistra: l’epifragma si sta lacerando e lascia esposti all’aria i peridioli, contenenti le spore, all’interno della coppetta (prima deiscenza in atto). Freccia a destra: terminata la prima deiscenza con la definitiva lacerazione dell’epifragma, i peridioli si trovano completamente esposti all’aria. Foto di Giovanni Baruffa
Seconda deiscenza: il preludio è costituito dal cosiddetto “effetto-splash” per cui qualche goccia d’acqua caduta nella coppetta fa fuoriuscire i peridioli che si andranno ad attaccare a fili d’erba o ad altre strutture tramite i loro funicoli. In seguito la tunica dei peridioli si lacererà lasciando libere le spore (seconda fase e deiscenza effettiva). Spesso i peridioli che si trovano attaccati a steli d’erba vengono inghiottiti dagli erbivori che disperderanno così le spore in ambiente anche lontano dal luogo di deiscenza. Cyathus striatus; foto di Emilio Pini
Deiscenza in Bovista plumbea Pers. : Pers. Inizialmente si nota un’apertura apicale regolare o meno; in seguito, visto che gli sporofori maturi e rotondeggianti si staccano dal substrato e sono leggeri, queste “palline” rotolano sul terreno spinte dal vento. In tal modo si formano (tramite azione meccanica esterna dovuta agli urti) altre aperture nel peridio che contribuiscono alla dispersione delle spore. Foto di Franco Sotgiu
Sphaerobolus stellatus Tode. Questo fungo particolarissimo è chiamato in inglese col nomignolo "Palla di Cannone" (cannonball fungus). È, di solito, specie saprofita su legno marcescente.
Quando il fungo è maturo la membrana esterna si lacera a forma di stella (deiscenza) lasciando in mostra al suo interno la gleba sotto forma di un unico peridiolo che, creandosi le giuste condizioni, viene lanciato a una distanza di diverse decine di centimetri; distanza enorme viste le dimensioni del fungo stesso, dal diametro di pochi millimetri!
Più tardi le spore che si trovano all'interno del peridiolo germineranno permettendo le riproduzione della specie. Foto e commento di Tomaso Lezzi
Inizia la deiscenza in Calvatia utriformis; il peridio comincia a lacerarsi al centro. Foto di Alessandro Francolini
A deiscenza avvenuta. Calvatia utriformis; residuo a forma di coppa; rimasto sul terreno dopo la completa dispersione delle spore. Foto di Alessandro Francolini
Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.