Eterogeneo: di differente natura. Termine impiegato soprattutto per descrivere la diversa struttura tra la carne del cappello e quella del gambo (ma non esclusivamente)

Eterogeneo: dal greco hèteros = diverso; e dal greco gènos = origine, genere. Quindi col significato: di differente natura o qualità; costituito da elementi diversi.


 

In Micologia il termine viene impiegato soprattutto per designare uno sporoforo che presenta diversa struttura tra la carne del cappello e quella del gambo. In tal caso, operando un’azione meccanica di torsione e tiraggio, il cappello si stacca con facilità dal gambo, con cesura netta e non lacerata. L’eterogeneità è di norma accompagnata da lamelle libere al gambo o addirittura inserite in un collarium.

 

 

 

Alcuni esempi tra i Generi caratterizzati da funghi eterogenei: Amanita, Agaricus, Pluteus, Coprinus, Macrolepiota, Volvariella.


 

Eterogenee sono anche dette le lamelle la cui carne non è contigua alla carne del cappello; in alcuni casi le lamelle eterogenee si staccano facilmente dalla polpa del cappello (ad esempio nel Genere Lepista); vedere anche alla voce lamelle asportabili.


 

Eterogeneo in ciascuno di questi casi è sinonimo di discontinuo o di separabile e ha significato opposto a quello di omogeneo.


 

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Di colore eterogeneo, inoltre, si dice anche di una parte dello sporoforo che presenta chiazze o macchie o striature di colore contrastante (più chiaro o più scuro) rispetto al colore dominante di fondo. In tal caso è l'opposto di "colore uniforme".

  

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Lamelle libere al gambo in un Genere che annovera specie eterogenee: Pluteus sp.; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 


 

 

Lamelle libere al gambo in un "Genere eterogeneo": Volvariella sp.; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 


 

 

Eterogeneità tra la carne del cappello e quella del gambo ben visibile nell’esemplare a destra; nel sottostante cappello si nota la netta cesura ottenuta nel togliere il gambo tramite torsione.  Agaricus campestris   L. : Fr.; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 


 

Lamelle libere al gambo e lamelle inserite in un collarium; disegno di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il gambo si stacca facilmente dal cappello in un eterogeneo  Coprinus atramentarius var. squamosus  Bres. tramite torsione e tiraggio; la cesura si presenta netta e non sfilacciata. Foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 


 

Nell’esemplare di destra si nota l’eterogeneità tra la carne del cappello e quella del gambo:  Agaricus langei  (Möll.) Möll.; foto di Pietro Curti

 

  

 

 

 

 


 

 

Cappello e gambo dal colore eterogeneo per la presenza di guttule e scrobicoli dal colore più scuro rispetto al

colore di fondo.  Lactarius deliciosus  (L. : Fr.) S. F. Gray; foto di Franco Sotgiu


 

  

 

 

 

 


 

Cesura netta tra gambo e cappello. Eterogeneità in  Amanita franchetii  (Boud.) Fayod; foto di Maria Ligure

 

 

 

 

 

 

 

 

Lamelle eterogenee con la carne del cappello e facilmente asportabili a pacchetti (vedere l’esemplare a sinistra)

in  Lepista inversa  (Scop. : Fr.) Patouillard; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

 

 

Diversa struttura della carne tra l'apice del gambo e il cappello; indice di eterogeneità tra gambo e cappello;

 Coprinus comatus  (Müll. : Fr.) Pers.; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo una lieve torsione del gambo, il gambo stesso si stacca dal cappello con una cesura netta. Eterogeneità tra gambo e cappello in

 Coprinus comatus; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I colori delle lamelle contrastano con il resto dello sporoforo; quando la lamella diventa decorrente, però, assume lo stesso colore del gambo: lamelle di colore eterogeneo in  Lactarius lignyotus  Fr.; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

 

 Fungo eterogeneo: si nota nettamente la linea di separazione tra l'apice del gambo e il cappello.

Coprinus comatus; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

 

Eterogeneità tra cappello e gambo visibile nella sezione di  Pluteus cervinus  P. Kumm.; foto di Felice Di Palma

 

 

 

 

 


 

 

 

Macrolepiota konradii  (Huijsman ex P.D. Orton) M.M. Moser  è un fungo "eterogeneo" (come tutte le Macrolepiota), con evidente discontinuità della carne tra cappello e gambo; infatti il gambo si può facilmente staccare dal cappello. In foto, dopo la netta asportazione del gambo, si nota anche il l'anellino ("collarium") in cui sono inserite le lamelle.

Foto di Alessandro Francolini

 

 

 


 

 

 

Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.