Phalloides (Pag. 3): segue immagini

Phalloides: segue immagini da Pag. 1  e da  Pag. 2; prosegue a  Pag. 4.

 

 

Amanita phalloides  (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link; in autunno, quando andiamo in giro nei boschi alla ricerca dei pregiati funghi eduli è facile incontrare Amanita phalloides, il suo riconoscimento non dà particolari difficoltà determinative, l’importante è porre il focus, un’attenta osservazione, sui principali caratteri morfologici, ormai noti a tutti: cappello, gambo, anello e volva.


Il cappello si presenta in genere con tonalità verde-giallastra, interamente decorato da fibrille radiali, che gli conferiscono un aspetto sericeo, satinato, lucente, ma abbiamo anche una certa variabilità di colori, dal verde chiaro, al bruno-oliva, bronzo-olivastro, castano, sabbia e bianco nella f. alba. Le lamelle sono libere al gambo, fitte, alte e bianche. Il gambo cilindrico, interamente decorato da caratteristiche striature gialle-verdastre, per questo è detto anche “a pelle di serpente“, rastremato verso l’alto e ingrossato alla base dove termina con un grosso bulbo. Nella parte alta del gambo è posizionato un anello, consistente, ampio. La base bulbosa del gambo è avvolta in una volva sacciforme, bianca, membranosa, lacerata e svasata in alto. La carne è dolce con un caratteristico odore, dapprima mielato, poi con la maturazione mielato-rancido sgradevole, infine repellente, di cadavere. Comune in tutti i boschi di latifoglia, più inconsueta nelle conifere. Fungo velenoso, mortale.

 

Porre molta attenzione per chi raccoglie e consuma Tricholoma sejunctum, in quanto i colori del cappello sono perfettamente sovrapponibili, per cui vi è un alto rischio di scambio con  Amanita phalloides  nella versione verde-giallastra. Si raccomanda di non raccogliere esemplari del genere  Amanita  allo stato di ovolo chiuso, sia per ovvi motivi di riconoscimento ma anche per ragioni strettamente ecologiche: in quello stadio di sviluppo, le lamelle non sono ancora visibili, il fungo non ha avuto la possibilità di disperdere le spore necessarie alla riproduzione della specie.

Foto e commento di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

Anello membranoso, ampio, biancastro. In   Amanita phalloides; foto e commento di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

Particolare della decorazione del gambo "a pelle di serpente". In   Amanita phalloides; foto e commento di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

Particolare del cappello fibrilloso, satinato, lucente. In   Amanita phalloides; foto e commento di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

Particolare della velo generale bianco menbranoso che a volte resta attaccato al cappello sotto forma di placca (vedi primordio a sinistra nella foto); alla base del gambo va a costituire la volva sacciforme, lacerata e svasata in alto. In  Amanita phalloides; foto e commento di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

 

Battarrea phalloides  (Diks. ex Persoon) Persoon; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

Bulbo alla base del gambo di  Battarrea phalloides; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

Gambo cavo in  Battarrea phalloides; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

Battarrea phalloides; foto di Luigi Minciarelli

 

 

 

 

Amanita phalloides   (i 3 esemplari sulla destra) a confronto con

 Tricholoma sejunctum  (Sow. : Fr.) Quél. (i 3 esemplari a sinistra); foto di Pietro Curti

 

 

 

 

Confronto tra  Amanita phalloides  (con volva e anello; in alto, a sinistra dietro, e a destra) e  

Russula heterophilla  Fr. (in basso a sinistra e al centro). Foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

Battarrea phalloides; foto di Luigi Minciarelli

 

 

 

 

Amanita phalloides var. alba  Costantin & L.M. Dufour; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

Amanita phalloides; foto di Stefano Rocchi

 

 

 

 

Particolare delle fibrille innate nel cappello di  Amanita phalloides; foto di Stefano Rocchi

 

 

 

 

 

 

Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

 

 

Giovani esemplari di   Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

Amanita phalloides  dai colori slavati; foto di Mario Iannotti

 

 

 

 

Amanita phalloides  dai colori più scuri della media nei due esemplari in basso. Foto di Marco Barbanera

 

 

 

Battarrea phalloides; foto di Luigi Minciarelli

 

 

 

 

 

Polvere sporale depositata sul cappello di  Battarrea phalloides; foto di Luigi Minciarelli

 

 

 

 

 

Cappello e volva di  Battarrea phalloides; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

Battarrea phalloides; foto di Luigi Minciarelli

 

 

 

 

 

Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

 

Amanita phalloides; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

Giovane  Amanita phalloides  e un suo ovolo; foto di Felice Di Palma

 

 

 

 

 

Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

Amanita phalloides; con ovolo sezionato; foto di Marcello Boragine

 

 

 

 

 

Amanita phalloides; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

Amanita phalloides; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

Amanita phalloides; cresciuta vicino a un piccolo cespo di  Armillaria mellea;  foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

Amanita phalloides; foto di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amanita phalloides; le lumache possono cibarsi tranquillamente anche delle specie che, per altri animali (come, ad esempio, per gli uomini) sono altamente tossiche. In effetti ciò è chiaramente spiegabile avendo questi invertebrati un altro sistema digerente (per esempio sono mancanti del fegato). La cosa dovrebbe far pensare a come sono solitamente fuorvianti i "detti popolari" riguardanti la commestibilità dei funghi; uno di essi recita infatti che "sono commestibili i funghi mangiati dalle lumache"! Foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.