Phalloides (Pag. 3): segue immagini
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Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link; in autunno, quando andiamo in giro nei boschi alla ricerca dei pregiati funghi eduli è facile incontrare Amanita phalloides, il suo riconoscimento non dà particolari difficoltà determinative, l’importante è porre il focus, un’attenta osservazione, sui principali caratteri morfologici, ormai noti a tutti: cappello, gambo, anello e volva.
Il cappello si presenta in genere con tonalità verde-giallastra, interamente decorato da fibrille radiali, che gli conferiscono un aspetto sericeo, satinato, lucente, ma abbiamo anche una certa variabilità di colori, dal verde chiaro, al bruno-oliva, bronzo-olivastro, castano, sabbia e bianco nella f. alba. Le lamelle sono libere al gambo, fitte, alte e bianche. Il gambo cilindrico, interamente decorato da caratteristiche striature gialle-verdastre, per questo è detto anche “a pelle di serpente“, rastremato verso l’alto e ingrossato alla base dove termina con un grosso bulbo. Nella parte alta del gambo è posizionato un anello, consistente, ampio. La base bulbosa del gambo è avvolta in una volva sacciforme, bianca, membranosa, lacerata e svasata in alto. La carne è dolce con un caratteristico odore, dapprima mielato, poi con la maturazione mielato-rancido sgradevole, infine repellente, di cadavere. Comune in tutti i boschi di latifoglia, più inconsueta nelle conifere. Fungo velenoso, mortale.
Porre molta attenzione per chi raccoglie e consuma Tricholoma sejunctum, in quanto i colori del cappello sono perfettamente sovrapponibili, per cui vi è un alto rischio di scambio con Amanita phalloides nella versione verde-giallastra. Si raccomanda di non raccogliere esemplari del genere Amanita allo stato di ovolo chiuso, sia per ovvi motivi di riconoscimento ma anche per ragioni strettamente ecologiche: in quello stadio di sviluppo, le lamelle non sono ancora visibili, il fungo non ha avuto la possibilità di disperdere le spore necessarie alla riproduzione della specie.
Foto e commento di Mario Iannotti
Anello membranoso, ampio, biancastro. In Amanita phalloides; foto e commento di Mario Iannotti
Particolare della decorazione del gambo "a pelle di serpente". In Amanita phalloides; foto e commento di Mario Iannotti
Particolare del cappello fibrilloso, satinato, lucente. In Amanita phalloides; foto e commento di Mario Iannotti
Particolare della velo generale bianco menbranoso che a volte resta attaccato al cappello sotto forma di placca (vedi primordio a sinistra nella foto); alla base del gambo va a costituire la volva sacciforme, lacerata e svasata in alto. In Amanita phalloides; foto e commento di Mario Iannotti
Battarrea phalloides (Diks. ex Persoon) Persoon; foto di Tomaso Lezzi
Bulbo alla base del gambo di Battarrea phalloides; foto di Tomaso Lezzi
Gambo cavo in Battarrea phalloides; foto di Tomaso Lezzi
Battarrea phalloides; foto di Luigi Minciarelli
Amanita phalloides (i 3 esemplari sulla destra) a confronto con
Tricholoma sejunctum (Sow. : Fr.) Quél. (i 3 esemplari a sinistra); foto di Pietro Curti
Confronto tra Amanita phalloides (con volva e anello; in alto, a sinistra dietro, e a destra) e
Russula heterophilla Fr. (in basso a sinistra e al centro). Foto di Tomaso Lezzi
Battarrea phalloides; foto di Luigi Minciarelli
Amanita phalloides var. alba Costantin & L.M. Dufour; foto di Massimo Biraghi
Amanita phalloides; foto di Stefano Rocchi
Particolare delle fibrille innate nel cappello di Amanita phalloides; foto di Stefano Rocchi
Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini
Giovani esemplari di Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini
Amanita phalloides dai colori slavati; foto di Mario Iannotti
Amanita phalloides dai colori più scuri della media nei due esemplari in basso. Foto di Marco Barbanera
Battarrea phalloides; foto di Luigi Minciarelli
Polvere sporale depositata sul cappello di Battarrea phalloides; foto di Luigi Minciarelli
Cappello e volva di Battarrea phalloides; foto di Tomaso Lezzi
Battarrea phalloides; foto di Luigi Minciarelli
Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini
Amanita phalloides; foto di Pietro Curti
Giovane Amanita phalloides e un suo ovolo; foto di Felice Di Palma
Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini
Amanita phalloides; con ovolo sezionato; foto di Marcello Boragine
Amanita phalloides; foto di Tomaso Lezzi
Amanita phalloides; foto di Pietro Curti
Amanita phalloides; cresciuta vicino a un piccolo cespo di Armillaria mellea; foto di Pietro Curti
Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini
Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini
Amanita phalloides; foto di Mario Iannotti
Amanita phalloides; le lumache possono cibarsi tranquillamente anche delle specie che, per altri animali (come, ad esempio, per gli uomini) sono altamente tossiche. In effetti ciò è chiaramente spiegabile avendo questi invertebrati un altro sistema digerente (per esempio sono mancanti del fegato). La cosa dovrebbe far pensare a come sono solitamente fuorvianti i "detti popolari" riguardanti la commestibilità dei funghi; uno di essi recita infatti che "sono commestibili i funghi mangiati dalle lumache"! Foto di Alessandro Francolini
Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.