Phalloides (Pag. 1): dall' aspetto che ricorda un fallo
Phalloides: dal greco phallós = fallo, pene; e dal greco oeidês = apparenza, aspetto. Quindi dall’aspetto che ricorda un fallo.
In Micologia è epiteto specifico di poche specie, fra cui: Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; Battarrea phalloides (Dicks. ex Persoon) Persoon; Boninogaster phalloides Kobayasi; Dacryobolus phalloides Manjón, Hjortstam & G. Moreno; Erynia phalloides (A. Batko) Humber & Ben Ze'ev; ecc.
Per ulteriori immagini vedere alle seguenti Pag. 2, Pag. 3 e Pag. 4.
Consultare anche le schede sulla Micotossicologia (a cura del Dott. Claudio Angelini) e, in particolare, Sindrome falloidea (riservato ai Soci A.M.I.N.T.); oppure vedere sul TUTTO FUNGHI da pag. 50.
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Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link; dal TUTTO FUNGHI Pag. 234, Scheda n° 124:
“Velenoso mortale. Responsabile del maggior numero di decessi dovuti all’incauta raccolta dei funghi spontanei. Provoca intossicazione a lungo termine di tipo falloideo.
Le caratteristiche prioritarie e principali per il suo riconoscimento sono: la presenza di quattro strutture morfologiche ben definite (cappello, gambo, anello e volva), il colore molto mutevole del cappello con prevalenza del verdastro e presenza di fibrille radiali innate; il colore sempre bianco del gambo, dell’anello e della volva, con la sola eccezione della presenza di screziature, quasi zebrature sul gambo, lievemente concolori al cappello; il cappello divisibile dal gambo e lamelle libere. La carne è dapprima compatta, quindi sempre più cedevole a maturità, bianca, con sottili aloni sotto il pileo, concolori allo stesso. All'esordio inodore, poi con sfumature mielato rancide sgradevoli (anche simili a quello dei fiori appassiti di rosa) e infine repellenti urinose e putride-cadaveriche. Sapore dolciastro.
Quando è gialla è confondibile con l’Amanita junquillea e con l’Amanita citrina che hanno volva circoncisa e diversi residui velari sul cappello. Quando perde l’anello ed è di colore bianco o ardesia è confondibile con le Volvariella, senza anello e con volva al piede, ma lamelle presto rosee. Quando è di colore bianco o grigiastro o brunastro e perde la volva si confonde con qualche Agaricus, dalle lamelle bianche poi rosee poi bruno-tabacco. Quando appare priva di volva ed anello ed è verde è confondibile con alcune Russula e alcuni Tricholoma, in particolare con Tricholoma sejunctum che ne è un vero sosia in quanto a colore pileico. Sempre con tonalità bruno verdastre, perdendo la volva, può essere confuso con Armillaria mellea isolate, cresciute al suolo, su radici e ceppaie interrate. Se è bianca con Tricoloma columbetta, Melanoleuca evenosa e Leucoagaricus leucothites. Infine allo stadio di ovolo con l’Amanita caesarea o più raramente con qualche Lycoperdon.”
Amanita phalloides; conosciuta anche col nome popolare/dialettale di Tignosa verdognola o Tignosa velenosa.
Foto di Pietro Curti
Battarrea phalloides (Dicks. ex Persoon) Persoon; una specie molto particolare, che da giovane è racchiusa in una volta di cui restano evidenti tracce sia alla base del gambo, che sopra al cappello. La particolarità è la produzione di spore sopra la superficie del cappello, che si ricopre presto di una fitta polvere bruna.
Osservando la polvere sporale al microscopio, insieme alle spore si possono vedere gli elateri, delle strutture arrotolate a spirale, che quando si distendono come una molla servono a facilitare la dispersione delle spore (il termine viene dal greco elatèr = che spinge). Foto e commento di Tomaso Lezzi
Le spore si sviluppano sulla parte superiore del cappello in Battarrea phalloides; foto di Tomaso Lezzi
Battarrea phalloides; foto di Tomaso Lezzi
La volva avvolge completamente la base bulbosa del gambo in Battarrea phalloides; foto di Tomaso Lezzi
Amanita phalloides; foto di Gianluigi Boerio
Amanita phalloides; foto di Emilio Pini
Responsabile del 90% degli avvelenamenti con esito letale dovuti al consumo di funghi spontanei: Amanita phalloides; foto di Marcello Boragine
Ovolo sezionato di Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini
Confronto tra la sezione di un ovolo di Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers. (a destra) e la sezione di un ovolo della mortale Amanita phalloides (a sinistra).
In sezione sono evidenti i bordi di colore arancione in Amanita caesarea mentre si presenta tutto bianco l’interno dell’ovolo di Amanita phalloides.
Anche i profili sono diversi: base attenuata e apice più largo in Amanita caesarea, base più larga e apice attenuato in Amanita phalloides.
Nonostante la possibilità di riconoscimento a partire già dall’ovolo, la legge e il buon senso vietano la raccolta e il consumo di ovoli chiusi di Amanita caesarea sia per ovvi motivi di sicurezza personale (l’errore può essere sempre in agguato, così come particolari condizioni ambientali possono alterare alcuni caratteri di riconoscimento), sia per permettere all’Amanita caesarea di concludere il proprio ciclo arrivando a produrre spore mature da diffondere in ambiente per la salvaguardia della specie.
Foto e commento di Alessandro Francolini
30 grammi di fungo fresco, equivalenti a 4 - 5 grammi di fungo cotto, se ingeriti, sono sufficienti ad uccidere una persona adulta del peso di 70 Kg circa.
Amanita phalloides; foto di Pietro Curti
Amanita phalloides; foto di Federico Calledda
Amanita phalloides; foto di Emilio Pini
Amanita phalloides; foto di Felice Di Palma
Amanita phalloides; foto di Emilio Pini
Amanita phalloides; foto di Franco Sotgiu
Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini
Un fungo che prima di ogni altro è necessario riconoscere senza la minima incertezza, la mortale Amanita phalloides; foto di Pietro Curti
Amanita phalloides; foto di Massimo Biraghi
Amanita phalloides; foto di Antonio Lupo
Amanita phalloides; foto di Felice Di Palma
Amanita phalloides; foto di Franco Sotgiu
Amanita phalloides; foto di Rodolfo Covino
Amanita phalloides; foto di Giovanni Solinas
Amanita phalloides; foto di Massimo Biraghi
Nei funghi le forme albine sono diffuse con una certa frequenza rispetto agli altri Regni del pianeta. Nelle Amanita con una certa ricorrenza, e tra queste l’Amanita phalloides fo. alba (Vitt. ex Gilb.) Vesely è una di quelle maggiormente rinvenibili.; foto di Giovanni Baruffa
Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini
Gambo con fini zebrature concolori al fondo in Amanita phalloides; foto di Pietro Curti
In questo esemplare di Amanita phalloides le zebrature sono evidenti perché quasi squamose e a bande rialzate. Foto di Tomaso Lezzi
Ovolo di Amanita phalloides; foto di Tomaso Lezzi
Ovoli di Amanita phalloides; foto di Alessandro Francolini
Amanita phalloides; foto di Roberto Cagnoli
Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.