Basidio (Pag. 1): cellula fertile che porta le spore, caratteristica dei Basidiomycota

Basidio: dal latino scientifico  basìdium  (che deriva dal greco  básis = base e dal suo diminutivo  basèidion = piccola base).

 

 

Il basidio è una struttura unicellulare (di rado formata da più cellule) che costituisce l'elemento fertile dell'imenio nei Basidiomiceti (Divisione   Basidiomycota).



È la cellula corrispettiva dell’asco negli Ascomiceti (Divisione  Ascomycota).

 


Ha generalmente una forma a clava e sulla sua superficie superiore sono disposte piccole appendici (dette sterigmi) su cui si formeranno le spore (propriamente dette basidiospore, per distinguerle dalle ascospore tipiche degli Ascomiceti). Spesso il basidio è contornato dai basidioli.

 


In genere gli sterigmi sono 4 (si parla in tal caso di basidi tetrasporici), ma esistono numerosi casi con solo 2 sterigmi (basidi bisporici); più rari altri casi come i basidi monosporici (con un solo sterigma e, quindi, con una sola spora generata) e, ancora più rari e considerati come eccezione, basidi trisporici (con tre sterigmi e con tre sole spore generate), oppure con più di 4 sterigmi.

 

Il basidio può presentarsi monocellulare non settato (holobasidio) o pluricellulare settato (phragmobasidio); tale differenza porta a suddividere i Basidiomiceti nelle due Sottoclassi Holobasidiomycetidae e Phragmobasidiomycetidae.

 

 

 

Per ulteriori immagini vedere alla seguente Pag. 2.

 

 

********************

 

 

La scoperta delle spore risale al micologo fiorentino Pietro Antonio Micheli (1679-1737) che nei suoi lavori annota di aver scoperto grazie al microscopio e osservando i funghi nella faccia inferiore del cappello “dei minutissimi semolini distribuiti (…) con ordine regolarissimo; e (…) ognuno di loro stava situato sopra una base, la quale mi fece dubitando dire: chi sa che non sia il fiore o il calice dei funghi?”

 

Ma le sue strumentazioni non gli permisero di analizzare con precisione le strutture che portavano i “semi” (evidentemente si trattava degli attuali basidi). Oggi sappiamo che i basidi sono di dimensioni sensibilmente più piccole rispetto agli aschi: infatti, successivamente al Micheli, sarebbero stati proprio gli aschi i primi ad essere studiati ed analizzati con sicurezza e precisione scientifica.

 

Fu il botanico tedesco Johann Hedwig (1730-1799) a dare il nome (rimasto poi definitivo) di spore ai “semi” del Micheli (dal greco  sporá = seme). Le ricerche micologiche di Hedwig sono importanti perché gli permisero, primo nella storia, di scoprire e definire con esattezza gli aschi e la loro funzione generatrice di spore. Tali strutture furono da lui chiamati  teche  (dal greco  thekìon = borsa); il nome definitivo, asco, sarà coniato dal botanico tedesco Nees von Esembeck nel 1816.

 

In conseguenza delle ricerche dell'Hedwig si pensò che tutti i funghi possedessero aschi, non riuscendo a trovare traccia, tramite i microscopi dell’epoca, di altre strutture preposte alla produzione delle spore.

 

Nel 1831 sarà il micologo italiano Carlo Vittadini (1800-1865) a descrivere con esattezza i moderni  basidi  (a cui dette il nome di  sporofori) e la loro funzione. Il Vittadini chiamò  sporofori  quelle strutture che “portano” le spore (dal greco  sporá = seme; e dal greco  phoròs = colui che porta) mentre chiamava  sporangia  gli aschi (sempre dal greco  sporá = seme, ma stavolta composto col greco  aggeíon = vaso) proprio per indicare la differenza fondamentale tra le due strutture.

 

Infine sarà il medico francese Joseph Henry Léveillé (1796-1870) a denominare  basidi  (dal latino scientifico  basidium diminutivo del greco  basís = base) gli  sporofori  del Vittadini; nelle sue opere micologiche (pubblicate tra il 1837 e il 1846) il Léveillé sviluppa ed amplia le teorie del Vittadini, dando così un contributo determinante e fondamentale alla Micologia moderna.

 

****************************

 

Consultare anche le schede su  Introduzione alla Sistematica e Tassonomia  e, in particolare, Basidiomycota.

 

 

****************************

 

 

Basidi banali (cioè nella norma, cioè tetrasporici) in   Amanita mairei    Foley; foto di Massimo Biraghi


 

 

 

 

 

 

 

 

Gruppi di basidi "catturati" dall'obiettivo-macro sulle lamelle di   Hygrocybe pratensis  (Persoon : Fries) Murril; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ancora i basidi "catturati" dall'obiettivo-macro sulle lamelle di  Hygrocybe pratensis; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidi e cistidi di grandi dimensioni, catturati dall'obiettivo-macro sulle lamelle di   Lactarius pallidus   (Pers. : Fr.) Fr.; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidio tetrasporico di  Hygrocybe splendidissima  (P.D. Orton) M.M. Moser; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

Primo piano su lamelle e lamellule; visibili alcuni basidi e cistidi che ne punteggiano le superfici. Mycena sp.; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 Basidio banale (tetrasporico) in    Russula fragilis  (Pers. : Fr.) Fr.; foto di Stefano Rocchi

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidio monosporico in    Entoloma saundersii   (Fr.) Sacc.; foto di Felice Di Palma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidio bisporico in   Entoloma saundersii   (Fr.) Sacc.; foto di Felice Di Palma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidi monosporici e bisporici in    Rhodocybe gemina   (Fr.) Kuyper & Noordel.; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidio trisporico in   Rhodocybe gemina; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidi sia bisporici che tetrasporici in   Entoloma chalybaeum   (Pers.) Noordel.; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidio tetrasporico con spore nascenti in    Laccaria affinis   (Singer) Bon; foto di Felice Di Palma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidi tetrasporici in    Galerina clavata   (Velen.) Kühner; foto di Roberto Cagnoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidio tetrasporico contornato da basidioli in   Hygrocybe persistens  s.l.; foto di Mauro Cittadini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidio bisporico in   Psathyrella prona   (Fr.) Gillet; foto di Roberto Cagnoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidi tetrasporici di   Russula amoena  Quél.; foto di Felice Di Palma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidi tetrasporici in  Melanoleuca rasilis  s. l.; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidi tetrasporici con spore che si vanno formando sopra gli sterigmi in   Melanoleuca rasilis; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidi tetrasporici in   Coprinus saccharinus  Romagn.; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidi tetrasporici (freccia inferiore a destra) con spore in via di maturazione (fraccia superiore a destra); sulla sinistra un “enorme” pleurocistidio subgloboso.

Coprinus domesticus   (Bolt. : Fr.) Gray; foto di Felice Di Palma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidi particolari, forcuti (conformati a Y) e bisporici in  Dacrymyces capitatus  Schwein.; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quattro sterigmi su un basidio tetrasporico di   Marasmius epiphyllus  (Pers. : Fr.) Fr.; foto di Mauro Cittadini

 

 

 

 

 

 

 

Basidi tetrasporici di   Crepidotus cesatii var. subsphaerosporus   (J.E. Lange) Senn-Irlet; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidio tetrasporico in   Hygrocybe miniata   (Fr. : Fr.) P. Kumm.; foto di Tomaso Lezzi



 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidio tetrasporico (con le 4 spore quasi mature) in   Hebeloma quercetorum   Quadr.; foto di Mauro Cittadini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidi tetrasporici in  Melanoleuca rasili s. l.; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidio particolare: forcuto (conformato a Y) e bisporico in   Calocera cornea   (Pers. : Fr.) Fr.; foto di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidi bisporici in   Hygrocybe persistens  (Britzelmayr) Singer [=  Hygrocybe acutoconica  (Clèm.) Singer]; foto di Mauro Cittadini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidio tetrasporico in  Panaeolina foenisecii  (Pers. : Fr.) Maire; foto di Emilio Pini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spore  speronate  e basidi tetrasporici in  Lepiota castanea  Quélet; foto di Mauro Cittadini

 

 

 

 

 

 

 

 

Basidio monosporico e basidioli in  Hygrocybe persistens var. langei  (Kühn.) Bon.; foto di Tomaso Lezzi 

 

 

 

 

 

 

Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.