Cistidio: cellula sterile, di forma e dimensioni diverse, reperibile su alcune strutture dello sporoforo

Cistidio: dal latino scientifico  cystidìum, che è diminutivo del greco  kýstis = vescica, sacchetto.


 

In Micologia sono detti cistidi alcune cellule tipiche di molti Basidiomiceti. 


 

Sono cellule sempre sterili, di forma e dimensioni diverse, che si possono reperire su alcune strutture dello sporoforo, ma che possono essere anche assenti a seconda della specie fungina (ad esempio assenti nella maggior parte delle specie dei Generi  Hygrophorus  e  Hygrocybe).


 

I primi cistidi ad essere individuati grazie al microscopio furono i cistidi presenti sulle facce delle lamelle; di forma e dimensioni diverse da basidi e basidioli, spesso con altezza ben maggiore di questi e ben emergenti dall’imenio, venne loro attribuita inizialmente una funzione meccanica di separazione tra una lamella e l’altra in modo da favorire la caduta e la dispersione delle spore.

 


Studi più approfonditi, eseguiti dalla fine dell’Ottocento in poi, hanno indotto ad attribuire al cistidio o una funzione strutturale (per esempio favorire un ottimale distanziamento tra i basidi nell'imenio) o una funzione escretoria (più o meno lubrificante), individuandone la natura in quanto parte terminale di un’ifa e verificando questa sua attitudine escretoria grazie alla presenza (all’apice del cistidio o sulle sue pareti) di goccioline mucillaginose o di cristalli di varia composizione chimica. Rimangono tuttavia aspetti ancora non del tutto chiariti riguardo ad altre funzionalità dei cistidi.

 

 

 

L’analisi dei cistidi può essere di aiuto complementare per una corretta determinazione, fugando dubbi tra specie macroscopicamente simili ma con caratteri microscopici differenti; ciò vale in particolare per le Agaricacee in cui si riscontrano spesso notevoli differenze strutturali nei cistidi delle varie specie (ad esempio nei Generi Mycena, Pholiota, Inocybe, ecc.); nelle Boletacee tali differenze sono meno apprezzabili.

 

 

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In relazione alla loro collocazione nello sporoforo si distinguono in:

 

1) cheilocistidio (detto anche “cellula marginale”), che può essere presente sul filo delle lamelle o sui dissepimenti dei tubuli;


2) pleurocistidio, che può essere presente sulle facce delle lamelle o sulle pareti dei tubuli;


3) pileocistidio (o dermatocistidio), che può essere presente sulla cuticola del cappello;


4) caulocistidio, che può essere presente sulla cuticola del gambo.


Cheilocistidi e pleurocistidi sono anche detti cistidi imeniali, mentre pileocistidi e caulocistidi sono detti cistidi extraimeniali

Vedere alle voci relative.

 

 

 

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In base alla presenza di particolari granuli al loro interno, alla loro diversa composizione chimica, alla morfologia, ecc. sono state introdotte numerosissime altre definizioni. Per esempio:


1) crisocistidio, contenente granuli che virano al giallo-oro se immersi in soluzioni di idrossido di potassio o di ammoniaca; di solito possiede una forma clavata o più o meno fusiforme;


2) gloeocistidio, contenente granuli oleosi rifrangenti la luce; di solito è caratterizzato da una parete sottile e da una forma affusolata-allungata;


3) lamprocistidio (o cistidio metuloide), se di aspetto brillante dovuto di solito alla presenza di pareti spesse e rifrangenti la luce; di solito reca alla sommità essudazioni di vario tipo o mucillagini o cristalli incrostati. Denominato anche “cistidio oxalifero” vista la frequenza con cui al suo apice tendono a depositarsi cristalli di ossalato di calcio;


4) cistidio muricato, se presenta all’apice delle incrostazioni costituite da formazioni cristalline (singole o a ciuffetti); se l'incrostazione è diffusa su tutta la superficie si parla di cistidio incrostato.


5) cistidiolo, simile ai basidioli ma inserito nel subimenio ad un livello più interno rispetto ai basidioli (che sono inseriti sul subimenio allo stesso livello dei basidi);


6) leptocistidio, avente pareti trasparenti e sottili, con forma variabile e contenuto parimenti trasparente e ialino:


7) macrocistidio: cistidio di dimensioni notevoli (anche fino a 300 µm e oltre di lunghezza), presente soprattutto nei Generi Russula e Lactarius; di solito è il proseguimento di un’ifa laticifera e, pur avendo origine nella trama centrale della lamella, emerge decisamente dall’imenio sovrastando basidi e basidioli;


8) pseudocistidio, che si sviluppa all’estremità di un’ifa laticifera o di altro genere: proviene dalla trama centrale della lamella ma non arriva a sovrastare basidi e basidioli;


9) cistidio coronato, uncinato: quando presenta al suo apice una coroncina con due o più punte più o meno ricurve;


10) cistidio capitulato, dal profilo più o meno cilindrico ma con l'apice che assume una forma sferica di diametro ben maggiore del profilo; simile a un birillo;


11) cistidio cilindrico, con le varie sfumature morfologiche atte a meglio descrivere la morfologia osservata: cilindrico-filiforme, cilindrico-flessuoso, cilindrico-clavato, ecc.;


12) cistidi claviformi, più o meno a forma di clava con la parte allargata all'apice;


13) cistidi digitati, cistidi diverticolati, cistidi a scopa (o a spazzola): muniti all'apice di appendici più o meno numerose e più o meno regolari che possono ricordare le dita di una mano (digitati, diverticolati) o i "dentini" di una spazzola o il fascio di una scopa;


14) cistidi ampolliformi (o lageniformi), più o meno a forma di ampolla o di fiasco; 


15) cistidi lanceolati, dal profilo simile a una lancia;


16) cistidi lecitiformi, dal profilo che ricorda un particolare vaso greco;


17) cistidi lobati, per la presenza di lobi sulla superficie esterna;


18) cistidi moniliformi, a forma di monile;


19) cistidi a pelo d'ortica, dal profilo che ricorda i peli dell'ortica;


20) cistidi sferopeduncolati, più o meno sferici e muniti di un peduncolo;


21) cistidi piriformi, a forma di pera;


22) cistidi suglobosi, di forma quasi sferica;


23) cistidi strangolati, di forma allungata con restringimenti mediani;


24) cistidi utriformi, a forma di otre;


25) cistidi ottusi, quando è ottuso il loro apice;


26) cistidi mucronati o cuspidati, muniti all'apice di una piccola appendice appuntita;

 

27) cistidi rostrati, muniti all'apice di una evidente protuberanza cilindrica allungata;

 

28) cistidi subcapitulati, con l’apice un poco ingrossato e di forma globosa; quasi capitulati.

 

29) cistidi metuloidi, con parete spessa ma che si formano nello strato più interno dell'imenio (o di altre strutture)

 

30) sclerocistidi: così vengono definiti, genericamente, i cistidi a parete spessa.

 

31) cistidi incrostati: così vengono detti i cistidi in cui la incrostatura è diffusa su tutta o quasi tutta la superficie.

 

32) cistidi subulati (o lesiniformi): così vengono detti i cistidi che hanno una forma affusolata che ricorda un punteruolo o una lesina.

 

33) cistidi tibiformi: a forma di tibia; così vengono detti quei cistidi capitulati aventi il "collo" particolarmente lungo.

 

34) acantocistidi:  così vengono detti i cistidi che presentano appendici apicali spinose.

 

 

In relazione ai cistidi veri e propri si segnalano anche:

 

35) pseudocistidi: sorta di corti cistidi aventi origine nella trama centrale della lamelle ma non tanto lunghi da poter emergere dalla lamella oltre i basidi.

 

36) scheletocistidi: parte apicale e più o meno ingrossata di una ifa che ha origine nel subimenio ma che, appunto con la sua parte terminale, emerge dall'imenio ricordando così un cistidio.

 

 

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Per le immagini vedere alle voci relative sopra indicate. 

 

 

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Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.