Decolorans: che si scolora, pallidescente

Decolorans: dal verbo latino decoloràre = scolorire, divenire più pallido. Quindi: che si scolora, pallidescente.

In Micologia è epiteto specifico di alcune specie come: Russula decolorans (Fr. : Fr.) Fr.; Amphisphaeria decolorans (Rehm) Brenckle; Cotylidia decolorans (Berk. & M.A. Curtis) A.L. Welden; Ombrophila decolorans (Berk. & M.A. Curtis) Sacc.; Rhytisma decolorans Fr.; Entoloma decolorans E. Horak; Vibrissea decolorans (Saut.) A. Sánchez & Korf; ecc.

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Russula decolorans (Fr. : Fr.) Fr.: si tratta di una Russula tipica delle abetaie (Peccio in particolare) alpine e prealpine, anche in presenza di mirtilli o presso le torbiere. Abbastanza frequente in Trentino, più rara nelle altre regioni, è tra le prime rossole a fruttificare in alta quota (fino a 2000 metri). È caratterizzata dalla colorazione del cappello sempre sui toni più o meno brillanti e uniformi dell’arancio negli esemplari giovani (arancio-ocra, arancio-rossastro, arancio-giallognolo, arancio-brunastro, ecc.), con tendenza a impallidire a maturità; l'orlo pileico, invece, in vecchiaia si scurisce. La cuticola pileica è asportabile per breve tratto e, pur essendo sottile, è assai tenace. Le lamelle sono inizialmente bianche, poi color crema-ocra con la maturazione delle spore. Altra caratteristica utile al riconoscimento è la carne: ha sapore dolce (è un discreto commestibile), è bianca ma vira al grigio o grigio-nerastro se esposta all’aria o se sfregata oppure, spontaneamente, a maturità. Altra Russula ingrigente, con carne dolce e al pari commestibile, è Russula vinosa che fruttifica negli stessi habitat ma ha colorazioni pileiche diverse: rosso vinoso più o meno decolorato su toni ocracei al centro.