Botrytis: attinente ai grappoli d' uva

Botrytis: dal greco bòtrys = grappolo d'uva. Quindi, alla lettera: che ricorda un grappolo d'uva.

 

In Micologia è epiteto specifico di alcune specie, tra cui:   Hemitrichia botrytis   Georgev.;    Alternaria botrytis   (Preuss) Woudenb. & Crouss.;     Monilia botrytis   Vuill.;     Ramaria botrytis   (Pers. : Fr.) Ricken; ecc.

 

 

In particolare    Ramaria botrytis    (Pers. : Fr.) Ricken  è considerata specie tipo del Genere Ramaria.

 

 

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Ramaria botrytis   (Pers. : Fr.) Ricken; dal TUTTO FUNGHI, Scheda 39, Pag. 143: "Abbastanza compatta, tenera, di colore biancastro, odore grato come di caramella alla fragola e sapore  dolciastro, con un retrogusto leggermente amarognolo. Cresce isolata o in piccoli gruppi ravvicinati fra di loro, dall'estate a tutto l'autunno, nei boschi di latifoglie prediligendo Faggio, Quercia e Castagno; segnalata, ma non frequente, anche nei boschi di conifere.  

Commestibile, di buona consistenza, adatto anche alla conservazione sott'olio, una delle poche Ramaria che vale la pena di consumare.

Le caratteristiche colorazioni rosa-vinose degli apici delle ramificazioni, in netto contrasto con il biancastro del resto del corpo fruttifero, e la forma che ricorda vagamente un cavolfiore maturo, ne fanno una bella specie facilmente riconoscibile sul campo. Si raccomanda di prestare comunque attenzione a non confonderla con altre specie simili, le quali possono causare fastidiosi effetti lassativi o complicazioni gastroenteriche. 

Il Genere  Ramaria  è molto conosciuto dai raccoglitori, localmente ricercato e accomunato sotto il nome volgare di "Manine" o "Ditole". Gli effetti lassativi e gastroenterici causati da molte specie hanno contribuito ad una moderazione nella raccolta; nel caso di consumo delle specie commestibili è consigliabile usufruire solamente della parte carnosa, asportando le fragili ramificazioni."

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; fungo dall’aspetto coralloide, caratterizzato da un tronco unico, tozzo, carnoso, bianco, privo di toni gialli e/o rossi, dal quale partono dei corti rami bifidi di colore crema-biancastri, terminanti con 2-4 punte, di colore rosa-rosso vinoso. Da giovane i colori vinosi delle punte contrastano con il colore biancastro dei rami e del tronco, poi con la maturazione delle spore, in massa di colore giallastro, i caratteristici colori vinosi svaniscono diventando identici a quelli delle altre specie congeneri e la determinazione negli esemplari vecchi diventa difficile. Nelle stagioni propizie cresce abbondante dall’estate all’autunno, con esemplari appressati, uno accanto all’altro, nei boschi di Quercia, Carpino, Faggio, ma è segnalata anche nei boschi di conifera e nelle peccete alpine.

Foto e commento di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; tra le Ramaria (popolarmente conosciute come Manine o Ditole) è forse l'unica degna di essere cucinata, anche conservata sott'olio;

foto di Felice Di Palma

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Gianni Bonini

 

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

Primo piano sugli apici delle ramificazioni in  Ramaria botrytis; foto di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Emilio Pini

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

Carne che, alla sezione, si mostra marmorizzata in  Ramaria botrytis; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Marika Ligure

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Rudi Covino

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; dal (nuovo) Tutto Funghi, Scheda 39, Pag. 143: "Le caratteristiche colorazioni rosa-vinose degli apici delle ramificazioni, in netto contrasto con il biancastro del resto del corpo fruttifero, e la forma che ricorda vagamente un cavolfiore maturo, ne fanno una bella specie facilmente riconoscibile sul campo.

Si raccomanda di prestare comunque attenzione a non confonderla con altre specie simili, le quali possono causare fastidiosi effetti lassativi o complicazioni gastroenteriche.

Ramaria fennica  si distingue per avere le ramificazioni più lunghe e con tonalità violacee, bruno-violacee con sfumature lilacine, olivacee, a seconda delle varietà della specie. 

Ramaria pallida   è caratterizzata da ramificazioni con apici grigio-lilacini, specie in maturazione. 

Ramaria subbotrytis  si riconosce per gli apici di un colore rosa corallo più intenso; Ramaria rufescens  ha colorazioni tendenti al rossastro e la base di dimensioni maggiori. Queste ultime due specie, per i neofiti ma non solo, risultano di difficile interpretazione: l'analisi microscopica risulta un valido aiuto per una corretta determinazione.

Da considerare anche  Ramaria formosa  la quale si differenzia per le colorazioni diverse, la base biancastra, le ramificazioni di un bel color salmone carico e gli apici giallastri.

Ramaria botrytis  è commestibile, di buona consistenza, adatto anche alla conservazione sottolio; una delle poche  Ramaria  che vale la pena di consumare.”

Foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Mario Iannotti

 

 

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Emilio Pini

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

Dettagio dei rami di   Ramaria botrytis; foto di Gianni Bonini

 

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Luigi Franchini

 

 

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Marika Ligure

 

 

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

Ramaria botrytis; foto di Enzo Orgera

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.