Orellanus / Orellana: relativo alla pianta Bixia orellana, a causa del colorante arancio ruggine che da tale pianta viene estratto

Il nome dalla pianta  Bixia orellana L., da cui si estrae un colorante arancio-ruggine che ricorda il colore dello sporoforo in questione.

 

In Micologia è epiteto specifico di   Cortinarius orellanus  Fr. e di   Puccinia orellana  Syd.

 

 

Consultare anche le schede sulla Micotossicologia (a cura del Dott. Claudio Angelini) e, in particolare, Sindrome orellanica (riservato ai Soci A.M.I.N.T.); oppure vedere sul TUTTO FUNGHI da pag. 52.

 

 

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Cortinarius orellanus  Fr.; dal TUTTO FUNGHI, Pag. 252, Scheda 139: "Velenoso mortale. Produce una tossina chiamata orellanina. Se ingerito manifesta gli effetti della sua tossicità da 2 a 18 giorni dopo l'ingestione. I primi sintomi sono la sete bruciante e l'aumento della diuresi seguiti poi da nausea, cefalee, dolori muscolari e brividi. Successivamente i tubuli renali si necrotizzano. Porta a morte nel 10% dei casi, o al rene artificiale o al trapianto renale, anche un avvelenamento leggero può richiedere mesi di trattamento in ospedale. Sembra quasi inverosimile che un fungo di tale aspetto (sgradevolmente rugginoso in ogni sede e con odori e sapori nettamente negativi), porti ad avvelenamenti così micidiali e frequenti. In realtà la maggioranza dei micetismi che interessano questa specie sono circoscritti a zone dove esiste la diffusa abitudine alla raccolta di funghi appartenenti al Genere Chroogomphus, i quali effettivamente presentano numerose affinità morfocromatiche. Per tali motivi e vista la scarsissima qualità organolettica di Chroogomphus helveticus e Chroogomphus rutilus, sconsigliamo vivamente la raccolta di queste due specie, troppo simili in gioventù a  Cortinarius orellanus  e  Cortinarius speciosissimus = Cortinarius rubellus.

 

 
Pur consigliando di evitare i  Chroogomphus  per l'alto rischio di confusione esistente con i Cortinarius  velenosi  mortali, ci sembra giusto indicare quali sono le osservazioni che portano a differenziare macroscopicamente i due gruppi di funghi. Cortinarius  ha lamelle  adnate, smarginateChroogomphus  diversamente nettamente decorrenti,  Cortinarius  ha sporata  ocra rugginosa e quindi di tale colore pitta le lamelle a maturità, Chroogomphus  ha sporata nerastra. Ultima differenza la carne, alla base del gambo quella dei  Chroogomphus  è tipicamente giallo cromo, giallo fulvo, questa caratteristica non è mai presente in  Cortinarius orellanus  e  Cortinarius speciosissimus.


Cortinarius orellaus può essere confuso anche con:
# Cortinarius speciosissimus = Cortinarius orellanoides = Cortinarius rubellus  con gli stessi colori, ma cresce sotto conifere, con capello  conico-umbonato, e gambo con bande zigzaganti giallastre e cangianti, egualmente velenoso mortale, sempre per presenza dello stesso principio tossico, l'orellanina. 

 # Cortinarius cinnabarinus  rosso vermiglio, con lamelle di colore ancora più intenso, proprio delle faggete, velenoso non mortale, responsabile di sindrome gastroenterica

# Cortinarius sanguineus completamente rosso sangue, che cresce sotto le conifere, con stesse caratteristiche tossicologiche del precedente. 

 # Cortinarius bolaris biancastro o ocraceo, con squame vermiglie e lamelle color cannella.

# Infine, tutti i funghi del Sottogenere Leprocybe possono assomigliare a  Cortinarius orellanus, anche se tendenzialmente hanno colori meno rugginosi e più giallastri.


Cortinarius orellanus  contiene una quantità maggiore di orellanina rispetto a  Cortinarius speciosissimus  e per questo motivo è decisamente più velenoso. La latenza   prima della manifestazione esplicita di sintomi d'intossicazione da orellanina può essere veramente lunga, anche oltre 10 giorn. L'orellanina per alcuni studiosi rimane presente nell'organismo fino a sei mesi dopo l'ingestione, per cui il trapianto sembra sicuro per il nuovo rene a distanza di almeno un anno."

 

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Cortinarius orellanus, specie tossica, mortale; foto di Federico Calledda

 

 

 

 

 

 

Cortinarius orellanus; questa specie predilige fruttificare nei terreni acidi, per cui la possiamo trovare normalmente nei castagneti appenninici, si inquadra nel sottogenere Leprocybe, sez. Orellani. Si riconosce abbastanza facilmente per le sue colorazioni omogenee bruno-arancioni in tutto il carpoforo, le lamelle spaziate, smarginate all’attacco del gambo, ventricose, di un colore vivace arancio-rugginoso, a volte con il filo più chiaro, odore rafanoide. Bisogna prestare molta attenzione con questo fungo perché dal punto di vista tossicologico è una specie velenosa, la tossina responsabile si chiama “orellanina”, causa una grave intossicazione a lunga latenza, “la sindrome orellanica”, che ha quale organo bersaglio il rene, è sufficiente l’assunzione di 20-40 g. di fungo fresco, per procurarsi nella migliore delle ipotesi una insufficienza renale cronica irreversibile. Foto e commento di Mario Iannotti

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

Cortinarius orellanus; foto di Franco Sotgiu

 

 

 

 

 

 

 

Cortinarius orellanus; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

 

Cortinarius orellanus; foto di Federico Calledda

 

 

 

 

 

 

 

Cortinarius orellanus; foto di Federico Calledda

 

 

 

 

 

 

 

Cortinarius orellanus; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

 

 

Cortinarius orellanus; foto di Giulio Martino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cortinarius orellanus; foto di Emilio Pini

 

 

 

 

 

 

 

 

Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.