Rutilus / Rutila / Rutilum: di colore rossiccio, fulvo, ma anche rosso-giallo o giallo dorato

Rutilus / a / um: aggettivo latino = di colore rossiccio, fulvo, ma anche rosso-giallo o giallo dorato.

 

 

In Micologia è epiteto specifico di alcune specie, tra cui:  Chroogomphus rutilus  (Schaeff. : Fr.) O.K. Mill.;  Cribraria rutila  (G. Lister) Nann.-Bremek.;  Russula rutila  Romagn.;  Phyllophthalmaria rutila  (Stirt.) Zahlbr.;  Acremonium rutilum  W. Gams;  Hypoxylon rutilum  Tul. & C. Tul.;  Sarcodon rutilus  Maas Geest.; ecc.

 

 

In particolare  Chroogomphus rutilus  (Schaeff. : Fr.) O.K. Mill.  è considerata specie tipo del  Genere Chroogomphus.

 

 

 

 

 ****************

   

 

 

Chroogomphus rutilus  (Schaeff. : Fr.) O.K. Mill.; tipicamente con lamelle molto decorrenti sul gambo, sporata di colore bruno-oliva-nerastro, cappello  vischioso a tempo umido e di colore variabile (dal grigio-brunastro al bruno-ocra al color laterizio, anche con sfumature giallastre o olivacee a riflessi color rame). Le lamelle sono concolori al cappello nei giovani esemplari, poi con toni olivastri e infine più scuri a maturazione delle spore. Gambo concolore al cappello ma con base che sfuma al giallastro; anche la carne, di colore rabarbaro, ocra, rosa salmone, sfuma al giallo cromo alla base del gambo. Habitat legato ai Pini a due aghi.


In alcune Regioni, soprattutto al Nord Italia, questa specie viene indicata col nome popolare di ciodino o chiodetto o ciodetto o ciodeto.

 

 


Dal TUTTO FUNGHI  Pag. 301, Scheda n° 184: “È commestibile di scarso valore. Chroogomphus helveticus  è simile ma ha lamelle più chiare e cappello vellutato, secco, non vischioso, taglia generalmente minore e predilige i boschi montani di conifere. Chroogomphus fulmineus  cresce nei boschi termofili tipici dell’ambiente mediterraneo e presenta sia sul cappello che sul gambo sfumature rosso vermiglio-arancio vivo.


Si deve prestare invece molta attenzione a non confonderlo con alcuni pericolosissimi cortinari come il Cortinarius orellanus e in particolare il Cortinarius speciosissimus. In determinate condizioni il cappello del nostro fungo si può presentare secco e con colorazioni bruno-aranciate assomiglianti a questi Cortinarius. Altri elementi simili sono l’umbone  acuto e la cortina che avvolge le lamelle dei giovani, molto simile a quella dei  Cortinarius. Per poter riconoscere con certezza il nostro fungo bisogna osservare attentamente le lamelle che devono essere chiaramente decorrenti sul gambo e non smarginato-uncinate come nei  Cortinarius  citati in precedenza; infine la sporata è color ocra nei  Cortinarius e non nerastra.


Le lamelle di color verde glauco sono sintomo di attacco del parassita  Penicillium glaucum (che fa parte degli  Ascomycetes).”

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; foto di Gianluigi Boerio

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 


 

Chroogomphus rutilus; foto di Federico Calledda

 

 

 

 


 

Chroogomphus rutilus; foto di Mauro Cittadini

 

 

 

 


 

Sezione di   Chroogomphus rutilus   con la carne di color giallo-cromo alla base del gambo; foto di Giovanni Satta

 

 

 

 

 


Chroogomphus rutilus; foto di Pietro Curti

 

 

 

 


 

Chroogomphus rutilus; foto di Pietro Curti

 

 

 

 


 

Lamelle molto decorrenti sul gambo in  Chroogomphus rutilus; foto di Alessandro Francolini

 

 

 

 


 

Chroogomphus rutilus; foto di Felice Di Palma

 

 

 

 

 

 

Resti di velo presenti al margine del cappello di  Chroogomphus rutilus; foto di Franco Sotgiu

 

 

 

 

 

 

Giovani esemplari di  Chroogomphus rutilus; foto di Massimo Mantovani

 

 

 

 

 

 


 Chroogomphus rutilus; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; con particolare della sporata nera depositata sulla cortina; foto di Tomaso Lezzi

 

 

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; foto di Felice Di Palma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La cuticola  untuosa di  Chroogomphus rutilus; foto di Giovanni Satta

 

 

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; foto di Massimo Biraghi 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; foto di Massimo Biraghi 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Evidente la cortina che ancora protegge l'imenoforo nel giovane esemplare a sinistra; in   

Chroogomphus rutilus; foto di Massimo Biraghi 

 

 

 

 

 

 

 

 

Imenoforo di   Chroogomphus rutilus; foto di Giovanni Satta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; foto di Roberto Cagnoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; foto di Stefano Rocchi
 

 

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; foto di Franco Sotgiu
 

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; giovanissimi esemplari, in cui si può osservare la cortina. Foto e commento di Pietro Curti
 

 

 

 

 

 

 

Chroogomphus rutilus; foto di Felice Di Palma
 

 

 

 

 

 

Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.