Alpinus / Alpina / Alpinum: delle Alpi
Alpinus / a / um: aggettivo latino = delle Alpi.
Dato che l’habitat alpino è favorevole alla crescita di molte specie, tale epiteto specifico viene utilizzato per una gran quantità di funghi. Ad esempio: Antrodia alpina (Litsch.) Gilb. & Ryvarden; Amanita alpina Contu; Trichia alpina (R.E. Fr.) Meyl.; Hebeloma alpinum (J. Favre) Bruchet; Diderma alpinum (Meyl.) Meyl.; Gymnopus alpinus (Vilgalys & O.K. Mill.) Antonín & Noordel.; Marasmius alpinus Killerm.; Lactarius alpinus Peck; Anthomyces alpinus Grüss; Lichenomphalia alpina (Britzelm.) Redhead, Lutzoni, Moncalvo & Vilgalys; ecc.
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Lactarius alpinus Peck; cresce in luoghi molto umidi, spesso acquitrinosi, tra l'erba o negli sfagni in presenza di Alnus viridis (Ontano verde). Si tratta infatti di una specie esclusiva di questa essenza.
Specie caratterizzata da piccole dimensioni, dal pileo feltrato color albicocca, dalle lamelle non molto fitte, dal latice bianco ed immutabile, o un poco ingrigente, acre dopo qualche istante, dal gambo pruinoso e slanciato e dall'habitat caratteristico. Può confondersi con Lactarius nanus che ha tuttavia colori più scuri e fruttifica più specificatamente in alta montagna presso Salix o Dryas.
Foto e commento di Massimo Mantovani
Lactarius alpinus; ha odore leggero, più pronunciato dopo qualche ora dalla raccolta, come fruttato; foto di Federico Calledda
Cortinarius alpinus Boud.; cappello viscido, fulvo con centro più scuro, lamelle leggermente violette nei giovani esmplari, KOH sul cappello dà macroreazione rossa, sezione della carne chiara, reazione bruna con KOH sulla carne.
Foto e commento di Tomaso Lezzi
Imenoforo di Cortinarius alpinus; foto di Tomaso Lezzi
Lichenomphalia alpina (Britzelm.) Redhead, Lutzoni, Moncalvo & Vilgalys; l'epiteto Lichenomphalia deriva dal greco leichén = lichene, associazione simbiotica di un fungo e un'alga che si può sviluppare su rocce, terreno o alberi, e dal greco omphalós = ombelico, per il cappello ombelicato, depresso al centro.
L'epiteto alpina deriva dal latino Alpinus = Alpino, per le tipiche località di rinvenimento in alta montagna.
Ha cappello di diametro 1-3 cm; giallo vivo, igrofano, che decolora al biancastro, spesso col bordo che rimane comunque giallo, rigato per trasparenza, depresso al centro, molto poco carnoso. Lamelle giallo vivo, presenza di lamellule alternate alle lamelle nella proporzione di 1:1. Filo della lamella a volte più scuro, quasi rossiccio. Gambo cilindrico, liscio, bianco. Presenta nella parte basale delle caratteristiche granulazioni verdi che sono le alghe simbionti del genere Botrydina. Sporata bianca.
Tipica specie di alta montagna, che cresce spesso su rocce o vicino a muschi e licheni. Foto e commento di Tomaso Lezzi
Cortinarius alpinus; foto di Tomaso Lezzi
Lactarius alpinus; foto di Massimo Biraghi
Lactarius alpinus; piccolo fungo con pileo 15-30 mm, molto fragile, depresso, orlo sottile irregolare. Colore albicocca in maniera non uniforme, con parti leggermente più chiare. La superfice appare feltrata e ricoperta da fine pruinosità come a formare piccole "granulazioni".
Lamelle leggermente decorrenti sul gambo, poco spesse, spaziate e intercalate da numerose lamellule disuguali, forcate al margine e concolori al pileo.
Gambo cilindrico, leggermente pruinoso nei giovani esemplari, concolore al pileo o appena appena più chiaro.
Carne bianca, acre alla masticazione.
Latice bianco e non virante, piccante all'assaggio e addirittura bruciante dopo pochi minuti.
Foto e commento di Massimo Mantovani
Cappello squamuloso in Lactarius alpinus; foto di Massimo Mantovani
Cortinarius alpinus; foto di Federico Calledda
Cortinarius alpinus; foto di Mario Iannotti
Particolare del pileo in cui si evidenzia la marcata rugosità; in Lactarius alpinus; foto di Massimo Biraghi
Lactarius alpinus; foto di Massimo Biraghi
Lactarius alpinus; foto di Massimo Mantovani
Lactarius alpinus; foto di Pietro Curti
Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.