Ecologia dei funghi: scienza che studia e analizza le relazioni intercorrenti fra i funghi e il loro ambiente

Ecologia dei funghi: scienza che studia e analizza le relazioni intercorrenti fra i funghi e il loro ambiente.

 

 

Consultare la scheda su Introduzione alla Sistematica e Tassonomia, in particolare Basidiomycota.

 

 

Consultare anche il Tutto Funghi da Pag. 16 a Pag. 21.

 

 

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L'osservazione e l'analisi dell'habitat e dei fattori biotici e abiotici che lo condizionano, assieme alle indicazioni fornite dal substrato di crescita e dalla ecologia fungina, ha favorito l'introduzione di una molteplicità di aggettivi che in qualche modo caratterizzano le varie specie fungine rivelandone alcune peculiarità. Ad esempio ricordiamo: 

 

acicoloarboricolocalcicolocarbonicolocoprofilocorticicolo;  entomocorifimicolofoliicolofungicololignicolopraticolo

 ruderalesabulicolosfagnicolostrobilicoloterricoloumicolohumicolo;  acidofiloammofiloantracofilocriofiloidrofiloigrofilo;

 lucivagoeliofilomesofilonecrofiloombrofilopirofilopsammofilosciafilotermofiloxerofilomicorrizico;  ectomicorrizicoendomicorrizico

 simbionte; simbionte obbligatoparassitasaprofitasaproparassita; ipogeo, epigeo, semiipogeo; subipogeo; ecc.

 

 

 

 

 

 

 

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Da un articolo di Marco Barbanera, apparso sulla rivista  InNatura  (n° 2, Febbraio / Marzo 2016):

 

 


COME VIVONO I FUNGHI


Conoscere con precisione l'ecologia dei funghi ci consente di cercarli nell'habitat appropriato, diverso e peculiare per ogni specie presente nel nostro ecosistema. Il loro sistema riproduttivo è singolare: in alcuni casi addirittura simile a quello del regno animale


 


I funghi, a differenza delle piante, sono organismi eterotrofi, quindi per sopravvivere e potersi nutrire necessitano dell’apporto di sostanze organiche esattamente come gli animali. In base alla modalità con cui si procurano queste sostanze i funghi vengono suddivisi in tre gruppi principali:

 


1. Simbionti o Micorrizzici


Sono funghi il cui micelio si associa alle radici delle piante attraverso un contatto avvolgente chiamato appunto micorriza. Da questa associazione entrambi gli organismi, pianta e fungo, ricevono un vantaggio: la pianta riceve acqua e sali minerali dal micelio fungino, che funge quasi da prolungamento del proprio apparato radicale. Il fungo riceve invece dalla pianta zuccheri e altre sostanze organiche necessarie per propria sopravvivenza.

Questi tipi di funghi sono estremamente importanti per il benessere e l’equilibrio del bosco. Tra i principali funghi simbionti ricordiamo quelli del genere Russula, Amanita e la maggior parte delle Boletaceae.

 

 

2. Parassiti


Sono quei funghi che si alimentano a spese di organismi viventi, soprattutto piante, determinando uno svantaggio o addirittura la morte dell’ospite sul quale crescono. Questi funghi attraverso il proprio micelio producono particolari enzimi in grado di degradare i principali costituenti del legno (cellulosa e lignina) per poterli così assorbire. Malgrado i loro ruolo di “killer” anche questi funghi sono importanti per l’ambiente in quanto, attaccando soprattutto piante deboli o malate, favoriscono una selezione naturale che permette agli esemplari più resistenti di riprodursi. Tra i principali funghi parassiti ricordiamo il chiodino (Armillaria mellea), il piopparello (Cyclocybe cylindracea) e la maggior parte delle Polyporaceae.

 


3. Saprotrofi


Questi funghi vivono degradando sostanza organica vegetale già morta costituita ad esempio da foglie e legno, decomponendola in materia inorganica nuovamente disponibile per gli organismi autotrofi, cioè le piante. Anche la maggior parte dei funghi parassiti sono in grado di comportarsi da saprotrofi una volta portata la pianta ospite alla morte (perciò sono detti saproparassiti). Questi funghi svolgono un ruolo essenziale di “pulizia” in quanto senza la loro azione il materiale organico delle piante morte continuerebbe ad accumularsi rendendo di fatto impossibile lo svolgersi della vita. Moltissimi funghi appartenenti alle più svariate famiglie hanno questo tipo di ecologia, dai funghi prettamente lignicoli ai funghi cosiddetti di lettiera, che vivono cioè degradando lo strato di foglie e detriti che si accumula sul suolo dei boschi.

 

 

 


Riproduzione

 

La riproduzione dei funghi inizia quando una spora si trova su un substrato e in condizioni ambientali ideali, germinando e producendo dei filamenti chiamati ife, che si sviluppano formando il micelio. Il micelio, una volta cresciuto e giunto a maturità, sempre in presenza delle giuste condizioni metereologiche, genererà i corpi fruttiferi, cioè le strutture che noi chiamiamo impropriamente funghi ma che in realtà non sono altro che le strutture riproduttive del vero organismo fungino, ossia tutto il micelio. In seguito i corpi fruttiferi rilasceranno nuove spore nell’ambiente, pronte a ricominciare questo ciclo. Tuttavia non da tutte le spore si genera un micelio già pronto a produrre corpi fruttiferi: in molte specie infatti da ogni spora nascerà un micelio primario con una certa polarità sessuale, positiva e negativa. Solo l’incontro fra due miceli primari di polarità opposta darà vita ad un micelio secondario adatto alla produzione dei corpi fruttiferi.

 

 

 

 

Un fungo simbionte con piante erbacee: Hygrocybe splendidissima; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

Un fungo simbionte con latifoglie, raramente con conifere: Boletus reticulatus  (il Porcino estivo); foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

Fungo lignicolo, saprotrofo su legno degradato di svariate latifoglie o debole parassita su piante sofferenti, agente di carie bianca:  Lenzites betulina;

foto di Massimo Biraghi

 

 

 

 

 

Fungo saprotrofo, preferibilmente su pigne di Pino:  Mycena seynii; foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

Fungo parassita: dalla primavera all'autunno inoltrato specialmente sui tronchi di Pioppo vecchi, ma anche su altri alberi (Olmi, Salici, Querce, Fichi ecc.).

Cyclocybe cylindracea  (il Piopparello); foto di Pietro Curti

 

 

 

 

 

Fungo parassita (e saproparassita dopo che ha portato alla morte la pianta ospite); cresce in autunno a cespi su alberi vivi, alla base di ceppaie, qualche volta tra l'erba che occulta radici:  Armillaria mellea (il Chiodino buono); foto di Pietro Curti

 

 

 

 

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Termine Enciclopedia Illustrata curato e redatto per AMINT da Alessandro Francolini.